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“Belve Crime”, Bossetti parla del dna sul corpo di Yara Gambirasio

News tv. Bossetti parla del dna sul corpo di Yara: le sue parole a “Belve Crime” – Cresce l’attenzione attorno alla puntata speciale di Belve Crime, spin-off del programma di Francesca Fagnani in onda questa sera su Rai 2. Per l’esordio di questo nuovo ciclo la giornalista ha scelto un ospite che continua a dividere l’opinione pubblica: Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La decisione di incontrarlo nel carcere di Bollate, dove sta scontando la pena, accende inevitabilmente il dibattito: è giusto dare voce a chi è stato riconosciuto colpevole dalla giustizia? O la tv deve limitarsi a raccontare, lasciando che siano gli spettatori a formarsi un’opinione?

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Bossetti parla del dna sul corpo di Yara: le sue parole a “Belve”

Yara era una giovane ginnasta di tredici anni di Brembate di Sopra. Scomparve il 26 novembre 2010, dopo aver lasciato la palestra dov’era solita allenarsi; il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo aperto a Chignolo d’Isola. L’indagine fu lunga, complessa, seguita passo passo dai media nazionali. Nel 2014 l’inchiesta si concentrò su Bossetti, identificato come il DNA Ignoto 1 isolato sui vestiti della ragazza. Processato con rito ordinario, il muratore venne condannato in primo grado (2016), in appello (2017) e infine in Cassazione (2018). Nonostante le sentenze abbiano retto a ogni grado di giudizio, Bossetti continua a professarsi innocente.

Un faccia a faccia inedito a “Belve”

Francesca Fagnani non è nuova a interviste scomode, ma questa conversazione promette di spingersi ancora più in profondità. Durante il colloquio, definito dalla stessa conduttrice “teso ma rivelatore”, Bossetti ripercorre in ordine cronologico le tappe cruciali che lo hanno portato dalla vita ordinaria di padre di famiglia al carcere a vita. Per la prima volta in tv, dice Fagnani, l’ospite ripropone una sua ricostruzione minuta dei fatti: dal pomeriggio della scomparsa di Yara alla mattina dell’arresto, passando per gli interrogatori e il clamore mediatico. Il cuore dell’intervista, inevitabilmente, è il tema del DNA. Fagnani interroga Bossetti sulla traccia biologica rinvenuta sugli slip e sui leggins della tredicenne, più volte analizzata e considerata “compatibile al 100%” con il suo profilo genetico. «È tutto assurdo, non ho mai compreso», ribadisce Bossetti, che concentra la sua difesa su un dettaglio tecnico: l’assenza di DNA mitocondriale a fronte della presenza – persino dopo mesi – del DNA nucleare, l’unico capace di identificare con certezza un individuo. «Vorrei capire anch’io come il mio DNA sia finito lì», ripete, sottintendendo la convinzione che qualcosa nelle procedure di raccolta o di conservazione possa essere andato storto.

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