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Garlasco, la rivelazione su Chiara Poggi a “Quarto Grado”

Immagini inedite dalla sala autoptica e nuovi sospetti di contaminazione

Nella parte conclusiva della puntata è stato trasmesso un servizio esclusivo che ha presentato, per la prima volta in televisione, immagini della sala autoptica dell’ospedale di Vigevano dove si svolse l’autopsia nel 2007. Le fotografie mostrano un tavolo con una sega elettrica, un contenitore per rifiuti contaminati, disinfettanti, mascherine e la garza priva di protezione. Secondo quanto emerso, proprio da questa garza la genetista Denise Albani avrebbe isolato il profilo genetico chiamato “Ignoto 3” nell’attuale incidente probatorio. Queste immagini rafforzano le ipotesi di contaminazione sostenute dalla difesa di Sempio, ma non vi è ancora una conferma definitiva.

Contaminazione dei reperti: opinioni degli esperti e reazioni sui social

Il professor Alberto Bonsignore, direttore di Medicina legale all’ospedale Gaslini di Genova, ha dichiarato: “Nelle sale autoptiche spesso si lavora con più postazioni in sequenza o contemporaneamente”. Secondo il genetista Capra, questa prassi potrebbe aver favorito l’ingresso di DNA estraneo, forse proveniente da altri corpi. Durante la discussione in studio, il tema dei tamponi usati in autopsia è tornato al centro del confronto. Al momento in cui Abbate ha menzionato il tampone vaginale, Nuzzi ha preferito interrompere la conversazione con la motivazione: “Silenzio, evitiamo per rispetto della vittima”. Tuttavia, la stessa espressione era stata utilizzata poco prima da Capra e Garofano senza censure, suscitando reazioni sui social network. Un utente ha scritto: “Nuzzi, prima Garofano ha nominato i tamponi rettali e vaginali senza problemi. Li nomina Carmelo Abbate e invece lo fermi perché non si può dire? 2 pesi e 2 misure”.

Conclusioni e prospettive dell’indagine sulla morte di Chiara Poggi

Le polemiche sulla gestione dei reperti e sulle modalità investigative continuano a caratterizzare il caso Garlasco. L’attenzione è ora rivolta al profilo genetico “Ignoto 3”, che potrebbe rappresentare un elemento chiave per il futuro dell’inchiesta. Resta da verificare l’attendibilità di questa nuova prova e se potrà realmente contribuire a chiarire la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi. L’indagine rimane aperta, tra interrogativi, errori procedurali e una ricerca della verità ancora lontana dalla conclusione.

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