NEWS TV. Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela Orlandi, la giovane scomparsa al Vaticano il 7 maggio 1983, ha recentemente riparlato della sparizione della sorella. Si presenta in televisione per condividere i suoi pensieri e sentimenti sul caso, che è stato fonte di controversie e speculazioni per molti anni. In una recente intervista al programma televisivo italiano “Dimartedì”, condotto da Giovanni Floris su La7, Pietro ha parlato del suo incontro con il promotore di giustizia, Alessandro Diddi.
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Pietro Orlandi e le otto ore con Diddi
Durante l’intervista, Pietro ha parlato dell’udienza di otto ore con Diddi. Durante la quale è stato in grado di condividere tutte le informazioni che aveva sul caso. Ha fornito dettagli su 28 persone che potrebbero essere legate alla scomparsa della sorella. Tra cui coloro che erano coinvolti in gruppi di chat e scambi di messaggi con individui vicini al Papa. Queste informazioni hanno riportato l’interesse al caso e hanno dato speranza a coloro che hanno cercato risposte per oltre tre decenni. Ecco infatti che da Giovanni Floris, a “Dimartredì”, Pietro Orlandi confessa: “Ho dato tutto quello che avevo, dopo tantissimi anni finalmente avevo occasione di raccontare quello che avrei voluto dire molto tempo prima. Ho veramente sviscerato ogni situazione, abbiamo dato 28 nomi di persone che potrebbero essere a conoscenza di alcuni fatti le famose chat. Scambi di messaggi tra persone vicino al Papa”.
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Orlandi da Floris a Dimartedì: “Non andava certo a benedire le case”
Una delle dichiarazioni più controverse fatte da Pietro in passato riguardava le notti trascorse fuori dal Vaticano da Karol Wojtyla, il Papa precedente. Ecco infatti che tempo fa Pietro coisse: “Insieme a due monsignori polacchi non andava certo a benedire le case”. Pietro aveva suggerito che il Papa non visitava solo le case locali per benedirle, ma anche per impegnarsi in altre attività. Durante l’intervista recente, Pietro ha chiarito i suoi commenti, affermando di essere pentito di averli fatti. Di essere disposto a fornire ulteriori informazioni sulla questione. Ha dichiarato di aver fatto solo i commenti basati su ciò che gli era stato detto da qualcun altro e che era ora disposto a condividere il nome di quella persona. Infine, sulla frase delle notti di Wojtyla l’ospite ha chiarito davanti a Floris: Ecco infatti che confessa da Floris: “Mi dispiace che me ne sono uscito così quel giorno. Ho letto sui giornali che io non mi ero prestato alla collaborazione con Diddi, mi aveva colpito perché ho fatto 28 nomi. Poi ho capito che si riferivano a chi era effettivamente la persona che mi ha riferito delle uscite di Wojtyla. Ma sono pronto a fare i nomi anche per questa vicenda. Non li ho fatti finora perché il fatto non è legato all’inchiesta”.
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La famiglia Orlandi non smette di lottare
Oltre a parlare dell’udienza recente con Diddi, Pietro ha anche parlato del peso emotivo che il caso ha avuto su di lui e sulla sua famiglia. Ha descritto di aver ascoltato le registrazioni audio scioccanti, in cui un individuo fa gravi accuse contro Papa Giovanni Paolo II e il Vaticano. Ha spiegato che era stata un’esperienza difficile ma che sentiva che era necessario ascoltare le registrazioni per capire completamente il caso. In tutta l’intervista, Pietro ha sottolineato il suo desiderio di trovare la verità sulla scomparsa della sorella. Ha spiegato di aver trascorso molti anni alla ricerca di risposte e di essere impegnato a continuare la sua ricerca fino a quando non avesse scoperto cosa era successo ad Emanuela.