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Rai, scatta il provvedimento disciplinare contro Sigfrido Ranucci: cosa succede

Rai, scatta il provvedimento disciplinare contro Sigfrido Ranucci: cosa succede

News tv. Rai, scatta il provvedimento disciplinare contro Sigfrido Ranucci: cosa succede. La notizia che riguarda l’azienda pubblica e il noto conduttore ha iniziato a circolare con discrezione, ma il suo potenziale dirompente non è sfuggito agli osservatori più attenti. Una lettera recapitata dalla Rai a Sigfrido Ranucci, volto storico del programma Report, sta alimentando un caso che rischia di scuotere profondamente il panorama dell’informazione pubblica italiana. A sollevarlo è stato Sandro Ruotolo, europarlamentare e responsabile informazione del Partito Democratico, che ha scelto di rendere pubblica la vicenda affidando in anteprima a Fanpage un testo destinato a far discutere. Le parole che utilizza sono pesanti, così come il significato politico che attribuisce a questo atto.

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Sigfrido Ranucci

Procedimento disciplinare Rai: il caso Sigfrido Ranucci

In un post pubblicato su Instagram, Sigfrido Ranucci ha raccontato la sua convocazione in Rai culminata con la presentazione di una provvedimento disciplinare. Nel mirino dell’azienda ci sarebbe la partecipazione non autorizzata di Ranucci ad alcune trasmissioni televisive, in particolare su La7: “Accusano il giornalista di aver partecipato a trasmissioni su La7 della Gruber senza essere autorizzato, quando invece lo era dal direttore Corsini”, spiega Ruotolo a Fanpage. Alla contestazione si aggiungono apparizioni pubbliche, come quella a Piazza Pulita, dove Ranucci è intervenuto per difendersi dalle accuse mosse da Italo Bocchino. Altri elementi della contestazione disciplinare riguarderebbero le presentazioni del suo libro, un volume che – secondo Ruotolo – “parla di libertà di stampa“.

Ma è proprio questo il nodo politico: la legittimità di un provvedimento aziendale che, agli occhi di molti, suona come un tentativo di zittire una voce scomoda del giornalismo d’inchiesta italiano. La firma sulla lettera è quella dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi e del direttore delle risorse umane Felice Ventura. Secondo Ruotolo, il gesto rappresenta “uno schiaffo all’articolo 21 della Costituzione”, che tutela la libertà di espressione.

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Report, Sigfrido Ranucci

Libertà di stampa: il nodo Rai e Media Freedom Act

Il contesto in cui si inserisce questo episodio è tutt’altro che secondario. Manca poco all’entrata in vigore del Media Freedom Act, il regolamento europeo che impone agli Stati membri – Italia inclusa – di garantire una governance indipendente per le aziende pubbliche dell’informazione. È in questa cornice che Ruotolo legge l’azione contro Ranucci, parlandone come di “un segnale di una deriva preoccupante”.

“La Rai – continua – invece di adeguarsi agli standard europei, sembra muoversi nella direzione opposta, colpendo proprio il giornalista simbolo dell’approfondimento investigativo del servizio pubblico”. Una scelta che, secondo Ruotolo, si inserisce nel quadro di una strategia più ampia, quella di “Telemeloni”, volta a ridurre gli spazi per le voci critiche e a smantellare i programmi di informazione non allineati.

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