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Vaiolo delle scimmie, Pregliasco lancia l’allarme: “Bisogna agire ora”

Il virologo Pregliasco è tornato a parlare del vaiolo delle scimmie. Nelle ultime settimane, in Europa si erano registrati alcuni casi di persone che riportavano questa infezione. Il virologo ha suggerito di fermare la diffusione sul nascere prima di avere un’altra epidemia.

Vaiolo delle scimmie, Pregliasco: “Bisogna circoscrivere l’incendio finché è piccolo”

Il virologo ha parlato ad Adnkronos, dove ha spiegato la situazione sull’infezione da vaiolo delle scimmie. “Sul vaiolo delle scimmie sicuramente stiamo vedendo la punta dell’iceberg. In questo momento è fondamentale, senza allarmismi, parlarne e riuscire a circoscrivere l’incendio finché è piccolo“.

Pregliasco ha spiegato che agendo subito “nell’arco di un mese o 2 in Italia potremmo avere un centinaio, massimo qualche centinaio di casi”. Nello scenario peggiore, quello in cui lasceremo galoppare le infezioni, “i casi potrebbero arrivare a qualche migliaio“. Il docente all’università Statale di Milano, ha quindi esortato ad “agire ora. L’incendio va spento adesso mentre ancora è limitato”.

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Cosa fare le si contrae il vaiolo delle scimmie: i consigli di Fabrizio Pregliasco

L’Organizzazione mondiale della sanità ha riportato 257 casi confermati e circa 120 sospetti in 23 Paesi. L’allarme è dovuto al fatto che questi pazienti vivono in paesi europei, ossia in nazioni in cui l’infezione non è endemica. L’Oms ritiene che questo è solo l’inizio di una diffusione destinata ad aumentare. “Bisogna far sì che ci possa essere un tracciamento efficace, un’individuazione dei casi sospetti e dei contatti stretti”, ha suggerito Fabrizio Pregliasco.

Cosa fare con i pazienti che hanno contratto il vaiolo delle scimmie? “Sarebbe opportuno predisporre una quarantena di 21 giorni“, la risposta del virologo. Pregliasco ha affermato che il Covid ci è servito da lezione: ora dovremmo essere in grado di bloccare una possibile epidemia sul nascere. In ogni caso “è chiaro – precisa l’esperto – che moltissimo dipende anche dalla responsabilità dei singoli, in termini di comportamenti e di segnalazione di eventuali sintomi dell’infezione”.

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