Giancarlo Giannini svela il dietro le quinte di “Travolti da un insolito destino”: volevano sostituire Mariangela Melato
Giancarlo Giannini ha confidato: «Armato della Polaroid ricevuta in regalo dal mio amico Andy Warhol, io corro a Porto Cervo per cercare un altro yacht. E m’imbatto in quello di un miliardario francese, re dell’acciaio: sembra perfetto. Mi presento, scatta la simpatia, lui mi invita a dormire a bordo e io ottengo la barca per tre giorni. Ma non bastavano. Allora chiamo Lina come rinforzo, lei piomba da noi e il prestito si allunga a un mese. Gratis. Ad un’unica condizione: dovemmo ingaggiare come comparse la moglie e la figlia del proprietario». Lina Wertmüller sul set era dispotica: «Proprio così. Aveva l’autorità di sette registi maschi messi insieme e la troupe le ubbidiva senza fiatare. Pretendeva il massimo perché conosceva il mestiere. E non ci pensava un secondo a mandare tutti al diavolo. Una volta si arrampicò su un albero con la cinepresa per inquadrare dall’alto e poco ci mancò che stramazzasse al suolo. Ma nessuno aveva il potere di fermarla». (continua a leggere dopo le foto)


“Un film maschilista? Non sono d’accordo”
Sempre a proposito di retroscena, Giannini ha detto: «Nel copione gli schiaffi erano una decina, nel film sono più di sessanta. Una volta inseguivo una controfigura di Mariangela, riempiendola di botte, e la donna si girò all’improvviso sferrandomi un calcio che mi ruppe il menisco». Poi il commento finale: «Travolti è stato considerato un film maschilista, ma non sono d’accordo. Il mio Gennarino è un povero marinaio che si vendica di tutte le angherie subite dalla riccona in nome della differenza di classe. E quando lei, ormai nelle mani dell’uomo, decide di concedersi, lui rifiuta: pretende che la donna s’innamori». Gli capita mai di rivederlo? «No, no. I miei film non li rivedo mai. Anche quelli che, come Travolti, hanno lasciato una traccia indelebile sia nel cinema sia nella mia vita. Preferisco guardare avanti», ha dichiarato l’amatissimo attore.