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Caso Garlasco, arriva la svolta dalla procura: c’entra Sempio

Nessun DNA utile, ma le ricerche proseguono

Nonostante l’identificazione dell’impronta 44, le indagini si scontrano con un ostacolo non indifferente: l’assenza di materiale genetico utile. I fogli di acetato utilizzati per raccogliere le impronte nel 2007 contenevano circa cinquanta tracce, ma nessuna ha fornito un DNA utilizzabile. Nemmeno l’impronta 10, considerata a lungo potenzialmente decisiva, ha restituito risultati rilevanti.

Gli investigatori non si arrendono. Le analisi sono proseguite con tecnologie di nuova generazione e la speranza resta quella di identificare un secondo individuo oltre ad Andrea Sempio. Intanto, si studiano altri dettagli apparentemente minori ma che potrebbero risultare significativi: ad esempio, una cannuccia di Estathé ritrovata nella casa, su cui è stato isolato il profilo genetico di Alberto Stasi. L’oggetto, tuttavia, confermerebbe semplicemente la sua presenza la sera precedente, quando cenò con Chiara.

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I social cancellati e l’appuntamento cruciale del 4 luglio

Nel puzzle che ricompone i tasselli del caso Garlasco, entrano in gioco anche i social. La procura ha chiesto a Meta di recuperare eventuali post Facebook cancellati da Andrea Sempio nel 2017, nella convinzione che possano emergere elementi inediti sulle sue abitudini, frequentazioni e forse anche sul suo legame con la vittima.

Nel frattempo, sul fronte giudiziario si è registrata una novità importante: la Cassazione ha respinto il ricorso contro la semilibertà concessa ad Alberto Stasi, confermando la validità della misura per buona condotta, nonostante la sua dichiarata innocenza.

Ma l’appuntamento che potrebbe segnare una nuova svolta è fissato per venerdì 4 luglio. Quel giorno, i periti nominati dalla giudice Daniela Garlaschelli si confronteranno con gli esperti delle parti, in un incontro che promette scintille. Le nuove analisi, l’impronta 44, la possibilità che più persone fossero presenti: ogni elemento potrebbe contribuire a riscrivere la verità su uno dei casi più discussi della cronaca nera italiana.

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