Garlasco, suggestioni tra arte e realtà
L’associazione tra arte simbolica e persone coinvolte nel caso Garlasco è stata spesso interpretata come un segnale di connessioni nascoste. L’attenzione verso i quadri di Buttò e la presenza di tali immagini nelle cerchie di amici della vittima hanno contribuito ad alimentare speculazioni, pur senza riscontri oggettivi. Questi dettagli, apparentemente marginali, hanno avuto un ruolo significativo nella costruzione di una narrazione parallela rispetto a quella processuale.
La vicenda si arricchisce di ulteriori interrogativi con l’emergere di nuovi dati sugli accertamenti del DNA e sulle frequentazioni di alcuni protagonisti del caso. Le analisi genetiche e le ricostruzioni delle alibi, insieme a interviste e interrogatori controversi, contribuiscono a mantenere alta l’attenzione mediatica e a stimolare la diffusione di nuove teorie.
Leggi anche: “È morto nel sonno”. Musica in lutto, addio a un mito indiscusso

Il santuario della Bozzola: la pista esoterica
Un elemento chiave nelle ricostruzioni alternative è rappresentato dal santuario della Bozzola, conosciuto per essere stato teatro di riti religiosi e, secondo alcune testimonianze, anche di pratiche esoteriche. Diversi giovani della zona, fra cui amici di Andrea Sempio, avrebbero frequentato il luogo, attratti dall’aura misteriosa che lo circonda.
Le indagini hanno valutato la possibilità che Chiara Poggi potesse aver scoperto verità scomode durante alcune visite al santuario, ma nessuna evidenza ha finora confermato queste ipotesi. La posizione di Sempio è stata riesaminata a seguito di divergenze negli interrogatori, ma non sono emersi elementi tali da giustificare un’indagine formale a suo carico.