Arte e politica: il caso del direttore d’orchestra russo Gergiev
Nel corso dell’incontro, Vannacci ha espresso il proprio punto di vista sulla recente cancellazione del concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev a Caserta. La vicenda aveva diviso l’opinione pubblica italiana e il mondo culturale. Il vicesegretario della Lega ha dichiarato: «Era giusto che espletasse il suo ruolo, a prescindere dalla sua cittadinanza. Se è bravo, io lo farei esibire anche al Parlamento europeo». Sul tema del sequestro dei beni di Gergiev, Vannacci ha aggiunto: «La Costituzione protegge e promuove la proprietà privata, quindi nessuno deve toccargli niente a Gergiev».

Mussolini, Churchill e simboli fascisti
Un ulteriore punto toccato da Vannacci riguarda i riferimenti al fascismo e la rivalutazione di figure storiche come Benito Mussolini. Alla domanda su chi sceglierebbe tra Mussolini e Churchill, il generale ha risposto: «Tra Mussolini e Churchill scelgo Churchill, era un militare ed era il primo estimatore di Mussolini». Ha tuttavia sottolineato anche alcuni aspetti positivi del regime fascista: «Il Duce ha fatto cose buone: come la bonifica dell’Agro Pontino, ha fatto nascere Latina, ha creato l’Inps».
Successivamente, Vannacci ha affrontato il tema dei “saluti romani”, affermando: «Il fascismo è finito 80 anni fa, quelli che oggi fanno i saluti romani non sono fascisti». Queste parole hanno alimentato un intenso dibattito, soprattutto in relazione al rischio di banalizzazione dei simboli estremisti e alla persistenza di un’eredità storica ancora molto controversa nella società italiana.
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Le battute su Schlein e von der Leyen accendono nuove polemiche
La serata si è conclusa con una domanda provocatoria rivolta a Vannacci: chi sceglierebbe tra Elly Schlein e Ursula von der Leyen per un’ipotetica ultima notte sulla Terra. Vannacci ha risposto: «La Schlein non l’ho mai incontrata ma la sceglierei, anche perché so di farle un dispetto», aggiungendo poi sulla presidente della Commissione europea: «Da vicino sembra quasi viva, continuo ad avere qualche dubbio che ci sia qualcuno dietro a sostenerla».
Queste battute, pur caratterizzate da ironia, hanno sollevato nuove riflessioni sul ruolo delle donne nella politica europea e sulle dinamiche di leadership all’interno delle istituzioni dell’Unione. Le affermazioni di Vannacci, per quanto provocatorie, evidenziano una tensione crescente nei confronti dell’establishment e delle figure femminili in posizioni di rilievo