Il sangue, il bagno e la fuga: la sequenza dei gesti di Stasi
Nella simulazione, Stasi si accorge di avere le mani sporche di sangue. Si dirige quindi in bagno dove si lava, pulendo poi il lavandino, il dispenser del sapone e probabilmente usando un asciugamano. Tutti gesti che la ricostruzione attribuisce a un tentativo di cancellare le tracce del proprio passaggio. Con sé prende anche l’arma del delitto, mai rinvenuta, ed esce dalla casa. Non ci sono segni di effrazione né elementi che suggeriscano la presenza di un’altra persona.
Stasi lascia l’abitazione di Chiara Poggi e risale in sella alla bicicletta con cui era arrivato. Percorre la breve distanza di meno di due chilometri che separa la villetta di via Pascoli dalla sua abitazione. Alle 9:35, secondo quanto accertato dai tabulati informatici, accende il computer di casa.
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Il peso della ricostruzione e i dubbi ancora aperti
È questa la sequenza di 23 minuti su cui si è basata gran parte dell’impianto accusatorio: un tempo che, secondo la giustizia, sarebbe stato sufficiente per compiere tutte le azioni descritte. Una finestra temporale compatibile con l’omicidio, come confermato nella sentenza di condanna definitiva a 16 anni di carcere. Sebbene la ricostruzione proposta con l’ausilio dell’intelligenza artificiale non possa sostituire una prova materiale, rafforza visivamente la narrazione giudiziaria ormai consolidata. Resta tuttavia il nodo dell’arma scomparsa: un elemento chiave che non è mai stato individuato e che continua ad alimentare ipotesi alternative e interrogativi.
Il caso di Garlasco, nonostante la sentenza definitiva, continua a essere oggetto di nuove analisi, tra cui l’attuale incidente probatorio legato al dna rinvenuto su reperti mai esaminati prima. Nel frattempo, la procura di Pavia ha riaperto il fascicolo, concentrando l’attenzione su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Nuove analisi hanno riportato alla luce impronte e reperti. Gli investigatori ipotizzano la possibilità della presenza di più persone sulla scena, riaccendendo l’interesse su un caso che sembrava chiuso.