Gli elementi contro Alberto Stasi
È proprio Alberto Stasi, fidanzato della vittima, a essere condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Le prove principali? L’impronta sul dispenser del sapone, quella delle scarpe a pallini marca Frau (numero compatibile con Stasi, ma non con il nuovo indagato Andrea Sempio che porta il 44), e il presunto comportamento sospetto subito dopo il ritrovamento del corpo.
Secondo i giudici, Stasi avrebbe agito con “freddezza”: ha acceso il computer, scritto la tesi, guardato pornografia. “Ha fatto le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni”, si legge nella motivazione del 2014. Eppure non tutto è stato analizzato: la maglia di Chiara, su cui erano visibili impronte digitali insanguinate, è arrivata completamente intrisa di sangue al medico legale. Queste tracce non sono mai state approfondite.

Andrea Sempio e i nuovi dubbi sulla scena del crimine
Negli ultimi mesi, un nome ha iniziato a circolare con forza: Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Una nuova consulenza tecnica della Procura di Pavia ha individuato un’impronta della mano destra compatibile con quella di Sempio sulla parete delle scale della cantina, scale che, secondo il processo, l’assassino non ha mai calpestato. Una presenza inspiegabile, se non si vogliono rivedere i capisaldi della ricostruzione processuale.
Il dettaglio più discusso è la taglia della scarpa: Sempio porta il 44, incompatibile con l’orma numero 42 rilevata sulla scena. Ma la risonanza mediatica cresce anche per via del confronto tra il suo Dna e il materiale trovato sotto le unghie della vittima, al centro del prossimo incidente probatorio.
C’è chi oggi ipotizza un errore giudiziario, con un condannato che ha quasi terminato di scontare la pena e un possibile nuovo sospetto mai approfondito fino in fondo. Ma ciò che emerge, su tutto, è la fragilità di un’inchiesta che ha lasciato troppe zone d’ombra e l’urgenza, sempre più forte, di riscrivere la verità. O almeno, di rimetterla in discussione.