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Garlasco, gli avvocati di Stasi e Sempio sganciano la bomba: “Chi sono i veri assassini”

Garlasco, gli avvocati di Stasi e Sempio sganciano la bomba: “Chi sono i veri assassini”

Il caso di Garlasco torna sotto i riflettori grazie a una recente puntata del programma “Ore 14 Sera”, dove si è riacceso il confronto tra i principali protagonisti della vicenda giudiziaria che da oltre vent’anni scuote l’opinione pubblica italiana. Gli avvocati Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, e Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, hanno ripercorso i punti salienti dell’indagine sulla morte di Chiara Poggi, mettendo in luce nuove riflessioni su responsabilità e modalità dell’omicidio. Entrambi i legali, nonostante le differenti posizioni processuali, convergono su un elemento chiave: “Alberto Stasi è innocente e il delitto di Chiara Poggi è stato premeditato”.

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Stasi

Garlasco, la difesa parla di delitto premeditato

Secondo quanto emerso nel corso della trasmissione, la dinamica dell’omicidio avvenuto nell’agosto del 2007 presenta elementi che escluderebbero l’impulsività. Gli avvocati hanno sottolineato come, in caso di reazione improvvisa, sarebbe stato probabile riscontrare la mancanza di oggetti all’interno dell’abitazione; tuttavia, nella casa di Chiara Poggi non sono stati rilevati furti né sottrazioni. Questo dato rafforza la tesi che si sia trattato di un’azione studiata e preparata, scelta di proposito in un periodo dell’anno in cui il paese era meno popolato e le possibilità di essere visti risultavano ridotte.

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Milo Infante a Ore 14 Sera
Garlasco Avvocati De Rensis Lovati

Stasi “pedina di mandanti”: i legali sollevano nuovi dubbi

L’accordo tra i due legali, però, si limita a queste fondamenta. Massimo Lovati sostiene con fermezza che Stasi sia stato “una pedina dei veri mandanti” dell’omicidio, teorizzando che il giovane non avrebbe partecipato direttamente all’esecuzione del delitto ma sarebbe stato manipolato nelle ore successive. Secondo Lovati, le prime dichiarazioni di Stasi ai carabinieri risultavano “completamente fuorvianti” e sarebbero state corrette solo dopo aver visualizzato le immagini raccolte dagli investigatori. Tale comportamento, secondo il legale, potrebbe indicare la volontà di proteggere altri soggetti coinvolti.

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