SOCIAL. Il reddito di cittadinanza promesso da Giorgia Meloni è stato lasciato nel “dimenticatoio” oppure è in fase di lavorazione? La posizione della premier riguardo alla riforma bandiera di Conte è sempre stata molto chiara ma aveva comunque promesso di “riformularla”. Andiamo a vedere come procedono i lavori.
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Giorgia Meloni e il reddito di cittadinanza
La posizione sul reddito di cittadinanza di Giorgia Meloni è sempre stata chiara, fin dalla campagna elettorale della scorsa estate, infatti non è mai stata a favore dalla manovra tanto voluta da Giuseppe Conte. Ecco quindi che la sua posizione in merito è riformulare la riforma in modo che chi abbia “davvero bisogno” ottenga gli aiuti che merita. La stessa Meloni infatti assicura: “Intendiamo confermare l’assistenza nei confronti di chi oggettivamente non è in condizione di lavorare”. E ancora: “Quelli per cui cambia la questione sono le persone fra 18 e 59 anni senza figli minori a carico. Per loro immaginiamo un percorso per aiutarli a inserirsi nel mercato del lavoro. È un altro impegno molto gravoso ma si possono dare risposte molto importanti”. Cosa cambi rispetto ai proclami dei mesi scorsi, però, non è affatto chiaro.
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La palla passa alla ministra Calderone
Ora la palla passa alla Calderone, ministra del lavoro e delle politiche sociali nel governo Meloni dal 2022. L’ex presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro aveva promesso un decreto entro gennaio per intervenire sulle politiche attive del lavoro, di cui però si è persa completamente traccia. Nei giorni scorsi ha garantito per l’ennesima volta: “Ai lavoratori fragili nulla sarà tolto. Entro il primo gennaio 2024, per loro arriverà un nuovo strumento di tutela più aderente alle loro esigenze. Per quanto riguarda i lavoratori occupabili stiamo lavorando ad un nuovo assetto di gestione delle politiche attive che comprende anche nuove risposte per i percettori del reddito di cittadinanza”.
Reddito di cittadinanza sotto il Governo Meloni: la situazione attuale
La situazione attuale però sembra bloccata. Infatti dallo staff della ministra fanno sapere che la situazione è in evoluzione, mentre dal ministero – al momento – non arrivano risposte. Intanto luglio si avvicina e le preoccupazioni aumentano. Ecco infatti che in questo mese estivo del 2023 perderanno il sostegno centinaia di migliaia di persone a cui non sono state date più risposte; c’è poi la riforma complessiva, che dovrebbe portare a una nuova misura – sullo stile del vecchio reddito di inclusione – slegata dal lavoro. Di entrambe, per ora, non si sa ancora nulla.
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Il giornale online Fanpage.it ha cercato di vederci chiaro e infatti dichiara: “Abbiamo contattato anche i sindacati, che spesso sono stati coinvolti in questi processi di riforma delle politiche del lavoro e di sostegno al reddito. In questo caso parliamo di una misura che riguarda entrambe le aree. I tavoli aperti al ministero sono solamente quelli sulla sicurezza sul lavoro e sulle pensioni. Di reddito di cittadinanza e politiche attive al momento non si parla. Certo i rappresentati dei lavoratori potrebbero essere consultati in un momento successivo, dicono gli stessi sindacalisti. Ora come ora, però, sulla riforma del reddito di cittadinanza il governo sembra essere davvero in alto mare.”
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