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“Ho finito la pazienza e il tempo”: Bianca Balti, il drammatico sfogo

Una denuncia pubblica, diretta e senza filtri. È quella che ha lanciato Bianca Balti attraverso Instagram. Un post che ha subito acceso il dibattito, chiamando in causa anche la politica italiana. Ecco cosa è successo davvero dietro lo sfogo della modella e perché la sua voce potrebbe rappresentare quella di tanti altri pazienti dimenticati.

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Bianca Balti furiosa su Instagram: “Ho finito la pazienza e il tempo”

«Di solito non lo faccio, ma ho finito la pazienza e il tempo». Con queste parole la modella Bianca Balti ha scelto di rompere il silenzio e raccontare la sua frustrazione per un problema che definisce “inaccettabile”. In una storia pubblicata su Instagram, Balti si è rivolta direttamente a CVS Pharmacy e Healthy California, accusandole di non garantirle l’accesso a un medicinale essenziale per la sua cura contro il tumore ovarico. «Sono una paziente oncologica. I farmaci che sto aspettando non sono facoltativi, mi salvano la vita», ha spiegato. «Ho una carriera, una vita e delle responsabilità. Devo viaggiare per lavoro, ma non posso farlo in sicurezza senza le pillole che mi state negando». La modella, che ha 41 anni e che si è operata nel settembre 2024, aveva raccontato recentemente che la malattia è in remissione, ma ha bisogno di proseguire con cure specifiche.

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“Nessuno si assume la responsabilità”: lo sfogo che fa rumore

Balti ha dichiarato di aver passato ore al telefono, cercando di ottenere risposte concrete sulla consegna del farmaco. Tuttavia, nessuno sarebbe stato in grado di fornirle informazioni certe o di assumersi una responsabilità. «State fallendo proprio quando c’è più bisogno di voi», ha scritto duramente, accusando un sistema burocratico che mette a rischio la salute di chi combatte patologie gravi. Le parole della top model hanno fatto subito il giro del web, trovando solidarietà ma anche accendendo una riflessione più ampia: è possibile che, nel 2025, un paziente oncologico debba combattere non solo contro la malattia, ma anche contro le inefficienze della burocrazia farmaceutica?

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