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Incendi dolosi devastano tutto: le fiamme vicino a casa di Giuseppe Conte (VIDEO)

Incendio doloso a San Giovanni Rotondo, le fiamme vicino alla casa di Giuseppe Conte

L’emergenza ha avuto inizio domenica, quando tre diversi focolai sono stati individuati nei pressi di San Giovanni Rotondo. Secondo le prime ricostruzioni ufficiali, l’incendio è stato attribuito a cause dolose, con le fiamme che si sono diffuse rapidamente a causa delle raffiche di vento particolarmente intense. In poche ore, il fuoco ha divorato oltre 1.100 ettari di vegetazione, colpendo un’area vasta e difficile da raggiungere per i mezzi di terra.

La situazione è diventata particolarmente critica nella zona nord della città, dove vie come via Crisetti, via Saragat e via Costa sono state fortemente interessate dalle fiamme. In via Crisetti, il fuoco ha raggiunto la prossimità degli edifici, rendendo necessaria la tempestiva evacuazione di almeno 70 famiglie e la chiusura delle strade al traffico per motivi di sicurezza. Un altro aspetto rilevante ha riguardato la casa della famiglia dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, situata proprio nell’area coinvolta dall’incendio. Anche in questa circostanza, l’azione coordinata delle squadre di emergenza ha impedito che le fiamme raggiungessero l’abitazione.

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Canadair e squadre di soccorso: la risposta all’emergenza

Le operazioni di evacuazione sono state pianificate e gestite per limitare i rischi, consentendo ai cittadini di rientrare nelle proprie abitazioni solo a emergenza rientrata. Le squadre di soccorso hanno monitorato costantemente l’evolversi della situazione, predisponendo punti di raccolta e assistenza per chi era costretto a lasciare la propria casa.

L’intervento dei Canadair è risultato essenziale per il contenimento dell’incendio. I velivoli, insieme alle squadre dei Vigili del Fuoco provenienti da Foggia, Abruzzo e dalla Colonna Mobile di Bari, hanno lavorato incessantemente per arginare il fronte del fuoco. Il supporto è stato rafforzato dalla presenza di decine di volontari della Protezione Civile di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e addirittura dal Piemonte, che hanno fornito un contributo fondamentale nelle operazioni di monitoraggio e spegnimento. “Le zone colpite – ha spiegato il sindaco Barbano – sono impervie, non facilmente raggiungibili da terra. Senza il supporto aereo, non avremmo potuto contenere le fiamme”. Questo coordinamento tra mezzi aerei e squadre a terra ha permesso di limitare i danni e di evitare conseguenze ancora più gravi, soprattutto nelle aree in prossimità dei centri abitati.

Incendio a San Giovanni Rotondo: la situazione

Nonostante la situazione sia stata riportata sotto controllo in gran parte del territorio interessato, permane una condizione di allerta. Il sindaco ha confermato che “C’è ancora tanto fumo, e questo è un segnale che sotto la cenere potrebbe covare ancora del fuoco. Inoltre, il vento, seppur più leggero, continua a essere un fattore di rischio. Siamo in una fase delicata, ma non ci sono evacuazioni in corso e le strutture strategiche sono al sicuro”.

Il lavoro delle squadre operative prosegue con attività di bonifica e controllo delle aree colpite, per evitare la ripresa di nuovi focolai e garantire la completa sicurezza della popolazione. L’impatto ambientale dell’incendio si è rivelato considerevole, con la distruzione di ampie aree boschive, habitat di numerose specie animali e vegetali. La perdita di vegetazione rappresenta inoltre un rischio per la stabilità del suolo e la capacità di assorbimento delle precipitazioni nei prossimi mesi.

Incendio a San Giovanni Rotondo: consigli e misure sanitarie

L’elevata presenza di fumo e la possibilità di sostanze tossiche disperse nell’aria hanno portato il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl – Area Nord e l’Ufficio Sanitario Comunale a emanare una serie di raccomandazioni rivolte ai cittadini. È stato chiesto di restare in casa, chiudere porte e finestre e limitare gli spostamenti, soprattutto per le fasce più vulnerabili come anziani, bambini e soggetti con problemi respiratori.

Tra le misure indicate, è stata fortemente suggerita l’utilizzazione di mascherine FFP2 in caso di necessità di uscita, la disattivazione di condizionatori e di impianti di ventilazione che utilizzano aria esterna, nonché la sospensione di ogni attività fisica all’aperto. È stato inoltre raccomandato di non consumare frutta e verdura coltivate nelle zone colpite fino all’esito dei controlli da parte di Arpa e Asl. Le associazioni Croce Rossa e Misericordiae hanno organizzato due auto itineranti per la distribuzione gratuita di mascherine FFP2 a chiunque ne fosse sprovvisto, garantendo così una copertura capillare sul territorio.

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