La madre di Tommaso Onofri, il bambino rapito e ucciso a soli 18 mesi, ha parlato di quel tragico evento, accaduto 17 anni fa. La giornata di oggi, 2 marzo 2023, segna i diciassette anni da quella terribile notte del 2006. Due uomini incappucciati entrarono in casa Onofri per una rapina e sequestrarono il piccolo Tommaso. La vicenda sconvolse la città di Parma ma anche tutta Italia. Il bambino fu ucciso ma fortunatamente i responsabili furono catturati. I genitori di Tommaso fondarono qualche anno dopo l’Associazione “Tommy nel Cuore”, perché la morte del figlio non fosse vana. Paola Pellinghelli, la madre del piccolo ha raccontato la sua esperienza, a 17 anni dalla tragedia. (Continua dopo le foto)
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Tommaso Onofri è morto 17 anni fa, le parole della madre
Il quotidiano Ilparmense.net ha intervistato Paola Pellinghelli, la madre del piccolo Tommaso, rapito e ucciso ormai 17 anni fa quando aveva soli 18 mesi. I genitori del piccolo hanno fondato un’associazione per tenere vivo il ricordo del bimbo e soprattutto perché la morte non sia stata vana. “Ho capito che il sacrificio di Tommy non poteva perdersi, come è ben espresso nella frase che è un po’ il motto dell’Associazione: ‘Fate che il mio sacrificio non sia vano’”, ha spiegato la donna.
“Naturalmente non è stato sempre facile, e ci sono stati momenti di crisi in cui ho pensato di chiudere tutto – ha detto Paola a proposito dell’Associazione -. Tuttavia, nella sua drammaticità, questa storia è davvero riuscita a tirare fuori tutto il buono che ci poteva essere, ed è proprio questo che mi ha convinta ad andare avanti, perché, seppur nel nostro piccolo, riuscire ad aiutare e portare felicità a tanti bambini è qualcosa di impagabile”.
Dopo un evento tanto brutale è facile farsi travolgere dallo sconforto e dalla rabbia, ma Paola ha ammesso che negli anni ha fatto di tutto per restare ottimista. “Cerco sempre di far emergere il lato positivo anche dalle vicende più tragiche, perché a rimuginarci sopra abbandonandosi alla rabbia, non si può più vivere pienamente”.
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Cosa pensa la madre oggi dei rapitori del figlio
“Ho ricevuto aiuto e vicinanza dalle istituzioni locali. A suo tempo, il Comune e tutte le istituzioni di Parma si fecero in quattro per aiutarci, e anche adesso nessuno ci dice di no se abbiamo bisogno. Ad essere sincera, parlando con altre persone che hanno subito delle tragedie, ho appreso che tutte si sentono abbandonate, ma io in questo senso mi sento una mosca bianca, perché oggi come allora percepisco una forte vicinanza”.
I rapitori di Tommy hanno avuto delle agevolazioni in carcere, tutte quelle che spettano a chi si comporta bene. Cosa pensa Paola a riguardo? “Capisco che in carcere i detenuti possano essere rieducati, studiare, imparare un lavoro. Ma ancora non mi capacito di come una persona condannata a tot anni possa godere di permessi premio e avere sconti della pena – altrimenti nei fatti l’ergastolo lo prendono le vittime più di chi ha commesso il reato. Mi limito a dire che più che in quella umana credo molto nella giustizia divina, davanti alla quale ognuno di noi dovrà fare i conti con sé stesso senza sconti per buona condotta”, ha affermato.