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Virus West Nile, le regioni italiane che preoccupano di più: arriva la stretta

La diffusione del West Nile Virus rappresenta una crescente emergenza sanitaria nel Lazio, dove nel 2025 sono stati confermati 28 casi. La situazione è particolarmente delicata a seguito dei primi pazienti che hanno sviluppato sintomi neurologici severi. I più recenti episodi di contagio sono stati segnalati nelle aree di Anzio e Nettuno, lungo il litorale sud di Roma, dove l’allerta rimane elevata. Il Laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani ha validato l’avanzamento dell’infezione nella regione.

Dati aggiornati sui contagi da West Nile Virus

Tra i 28 casi segnalati, 26 provengono dalla provincia di Latina, dove si è verificato il decesso di una donna ricoverata presso l’ospedale di Fondi. I Comuni maggiormente interessati includono Aprilia, Cisterna, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia. Gli altri due episodi riguardano Anzio e Nettuno, territori soggetti a stretta sorveglianza sanitaria. Al momento, 11 persone risultano ricoverate, 3 sono state dimesse, 11 si trovano in isolamento presso il proprio domicilio, 2 pazienti sono in terapia intensiva e 1 è deceduto. Come misura precauzionale, la Regione Lazio ha introdotto l’obbligo di test per tutti i donatori di sangue, al fine di limitare eventuali trasmissioni per via trasfusionale.

Situazione nelle altre regioni italiane

La regione Campania ha innalzato il livello di vigilanza, pur non avendo registrato casi accertati. L’ASL di Avellino ha attivato un monitoraggio sia clinico che veterinario per individuare tempestivamente possibili focolai. Il Prefetto di Napoli ha richiesto ai sindaci di predisporre interventi straordinari di disinfestazione nelle aree verdi e nei luoghi soggetti a ristagni d’acqua. Tra le indicazioni fornite dalla Regione Campania per prevenire la diffusione del virus vi sono: uso di repellenti, eliminazione dell’acqua stagnante, trattamenti larvicidi nei pozzetti, installazione di zanzariere e copertura ermetica delle cisterne.

In Sicilia è stato rilevato il primo caso di infezione da West Nile Virus in un cavallo nel territorio del catanese, grazie al sistema di sorveglianza veterinaria dell’ASP di Catania. Benché cavalli e persone siano “ospiti terminali” che non trasmettono direttamente il virus, la loro infezione rappresenta un segnale di circolazione del patogeno. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia ha, quindi, rafforzato il controllo delle zanzare vettori e ha avviato ulteriori azioni di prevenzione.

Nuove regole per la donazione di sangue

Il Centro Nazionale Sangue (CNS) ha stabilito l’obbligo di test per il West Nile Virus su tutti i donatori provenienti dalle aree colpite. In alternativa, è prevista una sospensione di 28 giorni per i potenziali donatori. Questa disposizione mira a garantire la sicurezza delle trasfusioni. La direttrice del CNS, Luciana Teofili, ha dichiarato che le donazioni di sangue sono sicure poiché ogni sacca proveniente da zone a rischio viene sottoposta a test specifici.

Il virus West Nile viene trasmesso dalle zanzare infette. L’infezione è asintomatica nell’80% dei casi, mentre nel restante 20% possono comparire sintomi quali febbre, nausea, vomito, cefalea ed eruzioni cutanee. In casi rari, la malattia può evolvere in forme neurologiche gravi, come encefalite o paralisi. Le autorità consigliano di utilizzare repellenti, installare zanzariere e trattare periodicamente i focolai di acqua stagnante con larvicidi. In presenza di sintomi sospetti, si raccomanda di consultare tempestivamente un medico.

Prevenzione e monitoraggio costante

Le autorità sanitarie, pur confermando la necessità di attenzione, invitano i cittadini a non allarmarsi. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha sottolineato che «il West Nile non è il Covid» e che la prevenzione resta l’arma principale per contenere la diffusione del virus. È essenziale mantenere alta la soglia di vigilanza e promuovere una corretta informazione per limitare l’espansione dell’epidemia.

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