Muore a soli 3 anni dopo una lunga agonia: il sintomo era banale – Una vicenda che lascia attoniti, una tragedia che colpisce tutti. Si è spento il piccolo Raffy, 3 anni, contagiato da un herpes, che gli ha provocato un’infiammazione cerebrale che lo ha condotto alla morte, lasciando nel dolore i suoi disperati genitori Imogen e James. Il bimbo, secondo quanto riportato da «Leggo» e da altri media stranieri, come il «Manchester Evening News» o «Il Mirror», è stato contagiato da HHV-6B. Le prime manifestazioni non avevano messo in allarme i suoi cari. (continua a leggere dopo le foto)
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Raffy 3 anni contagiato da herpes che causa infiammazione cerebrale
Una storia dall’epilogo drammatico. Raffy, di soli 3 anni, è morto dopo aver contratto un herpes. Il bimbo è stato contagiato da HHV-6B, che si è manifestato con una febbre lieve ed eruzione cutanea. Parliamo di una tipologia di virus che colpisce il 70% dei bambini. In genere la maggior parte di essi sviluppa un’immunità naturale che impedisce loro di ammalarsi di nuovo. Diverso è stato il caso del piccolo Raffy, che era già indebolito dalla leucemia. (continua a leggere dopo le foto)
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Il piccolo si è spento dopo mesi di agonia
Raffy era indebolito dalla leucemia, malattia che ha costretto gli specialisti a sottoporlo al trapianto di midollo osseo. Secondo quanto riferito da «Leggo» il bimbo ha vissuto con il virus attivo ma silente per circa due anni, prima che l’infiammazione attaccasse il suo cervello. «Raffy non aveva un sistema immunitario. Non aveva niente per combattere il virus che è progredito dal suo sangue nei suoi organi ed è diventato molto pericoloso. L’ospedale ci ha detto che normalmente non vedono l’HHV-6B fare ciò che ha fatto a Raffy, ma può farlo e lo ha fatto. Vogliamo che le persone capiscano la gravità di questo virus», le parole piene di dolore della mamma della piccola vittima. (continua a leggere dopo le foto)
Raffy 3 anni contagiato da herpes che causa infiammazione cerebrale
La mamma, dopo la morte del piccolo Raffy sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e il sistema sanitario inglese sulla malattia che ha colpito il figlioletto. «Abbiamo scoperto che incanalare il nostro dolore in qualcosa di positivo ci dà un senso di conforto», ha dichiarato la donna, provata per la perdita del suo adorato bambino, strappato alla vita troppo presto.
