
Il caso della scomparsa e morte di Liliana Resinovich torna a occupare la scena mediatica con nuovi risvolti che potrebbero ridefinire il quadro delle indagini. La donna di Trieste, scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata morta nei primi giorni del 2022, è ora al centro di una confessione inaspettata da parte di uno degli operatori presenti all’autopsia. (Continua dopo le foto)
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Liliana Resinovich, il preparatore anatomico confessa: “Potrei aver procurato io la frattura alla vertebra”
Un preparatore anatomico, che era presente durante l’esame medico-legale condotto l’11 gennaio 2022, ha deciso di rivelare un dettaglio che potrebbe essere determinante. La sua dichiarazione spontanea agli inquirenti ha il potenziale di rimettere in discussione le conclusioni precedentemente considerate. “Potrei aver procurato io stesso quella frattura alla vertebra della signora Liliana Resinovich”, è l’affermazione che ha scioccato la comunità investigativa. Tale dichiarazione riguarda una delle lesioni osservate durante l’autopsia, inizialmente segnalata dal team guidato da Cristina Cattaneo, un’autorità nel campo forense italiano. (Continua dopo le foto)
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La confessione del tecnico anatomico
Il preparatore, nel tentativo di chiarire i fatti, si è recato spontaneamente presso le forze dell’ordine per fornire la sua versione, che ora sarà sottoposta a una verifica formale da parte delle autorità giudiziarie. Il suo ascolto da parte del pubblico ministero Ilaria Iozzi è imminente, poiché lei è titolare del fascicolo che indaga sulla morte della donna. La frattura vertebrale, ritenuta inizialmente significativa per la comprensione delle cause della morte, potrebbe ora essere reinterpretata alla luce di questa nuova testimonianza. L’inchiesta, già complessa, deve ora tenere conto di questa confessione che potrebbe cambiare la direzione delle indagini.
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