
È una confessione che arriva come un pugno nello stomaco e che squarcia il velo sul dolore nascosto dietro una delle voci più celebri della radio italiana. Emanuele Dotto, radiocronista simbolo di Tutto il calcio minuto per minuto, ha rivelato a la Repubblica di essere affetto da sclerosi multipla progressiva. Una diagnosi arrivata poco dopo la pensione, sette anni fa, che ha stravolto per sempre la sua quotidianità.
«Ho avuto molto, e molto mi è stato tolto – confessa – però nel cambio ci guadagno», dice con un filo di voce e una dignità che commuove. Oggi Dotto vive su una carrozzina, in una condizione che peggiora lentamente, ma senza mai spegnere del tutto la lucidità e l’ironia che lo hanno reso amato da generazioni di ascoltatori.
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Una diagnosi arrivata all’improvviso
Il racconto della diagnosi è disarmante nella sua semplicità: «Mi è stata diagnosticata un mese dopo essere andato in pensione. Avevo 67 anni e 6 mesi, ora ne ho appena compiuti 73 e ogni giorno è un giorno guadagnato». La forma di sclerosi che lo ha colpito è progressiva, più rara e insidiosa, capace di portare un deterioramento continuo della funzione motoria senza vere e proprie remissioni.
La sua giornata oggi è scandita da piccoli rituali di sopravvivenza: ascoltare musica, leggere, osservare il giardino della scuola elementare di Genova Quinto, dove spesso si rifugia con la memoria. Ma soprattutto, vivere grazie al sostegno incrollabile di due presenze fondamentali: la moglie Marina e la figlia Emanuela.
Una carriera leggendaria nella storia della radio
La parabola professionale di Emanuele Dotto ha attraversato quasi cinque decenni di giornalismo sportivo, lasciando un’impronta indelebile. Ha cominciato alla fine degli anni Settanta sui giornali locali, e nel 1980 è approdato in Rai, dove ha lavorato fino al 2019.
È stato una colonna portante di “Tutto il calcio minuto per minuto”, con radiocronache che spaziavano dal Genoa alla Sampdoria, e che hanno fatto compagnia a milioni di italiani. La sua voce ha raccontato Giochi Olimpici, Mondiali, Tour de France, Giro d’Italia e persino la Formula Uno. Una carriera brillante e vissuta sempre con passione autentica, come racconta lui stesso: «Ho visto, ho guardato, ho raccontato, mi sono divertito».
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