Chi pensava che con la fine dello stato d’emergenza fosse svanito il Covid-19, in realtà pensava male. Il virus circola ancora nel nostro paese e in tutto il mondo. Adesso i sintomi sono anche diversi. Le nuove varianti, Omicron 4 e 5, presentano segnali diverso rispetto a quelli a cui ormai siamo abituati. In questo articolo vi sveliamo tutto nei minimi dettagli. (Continua dopo la foto…)
Cos’è la variante Omicron
Omicron è una variante del temutissimo Coronavirus, morbo letale che da oltre due anni segna le nostre vite. La variante è stata rilevata per la prima volta in Botswana il 9 novembre 2021. Essa è stata nominata con la lettera greca omicron e classificata immediatamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come VOC, ovvero variante preoccupante, per l’insolito numero altissimo di mutazioni, molte delle quali sono nuove o colpiscono il peplomero, conosciuto come proteina spike. Il numero alto di mutazioni rende difficile capire la trasmissibilità e l’efficacia del sistema immunitario o dei vaccini contro di essa.
La variante omicron, sorta in Africa, si è diffusa presto in tutto il mondo, causando diverse restrizioni a livello internazionale al fine di limitarne la diffusione. Nonostante ciò, la variante era presente in tutto il mondo a metà dicembre, diffondendosi a un ritmo senza precedenti secondo l’OMS e ECDC. Di recente sono state scoperte le varianti omicron 4 e 5. Di seguito vi sveliamo quali sono i sintomi, diversi rispetto al tradizionale coronavirus. (Continua dopo la foto…)
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Omicron 4 e 5, i sintomi
Anche la varianti Omicron 4 e 5 sono state definite Voc, ovvero preoccupanti. Esse sono sotto stretta osservazione per il ruolo centrale che potrebbero prendere per l’epidemia nei prossimi mesi. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc cita il Portogallo, paese in cui sono fortemente in crescita, come esempio dello scenario che sembra prospettarsi. In Italia, il 3 maggio scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante e la presenza di alcuni casi delle sottovarianti BA.4 e BA.5.
Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema, ha dichiarato: “È indispensabile resettare il sistema di sorveglianza e di sequenziamento del virus per monitorare bene l’eventuale diffusione di nuove varianti e sub-varianti“. I sintomi delle due nuovi varianti sono “meno colpi di tosse ma più naso che cola, meno febbre ma più spossatezza. E poi vertigini, dolore allo stomaco e all’addome, male all’orecchio” e non è escluso il rischio di polmoniti, soprattutto tra i non vaccinati.