La Procura chiede la revoca della semilibertà
La Procura generale di Milano ha avanzato un ricorso presso la Corte di Cassazione contro la delibera del Tribunale di sorveglianza che ha concesso la semi libertà ad Alberto Stasi. La richiesta della Procura si basa su elementi ritenuti sufficienti per rivedere la decisione che permette a Stasi di svolgere attività lavorative durante il giorno, con rientro in carcere la sera. La Corte Suprema è stata sollecitata a revocare tale beneficio.

Nel mirino l’intervista a “Le Iene”
Un aspetto cruciale del ricorso riguarda un’intervista concessa da Stasi al programma televisivo “Le Iene” durante un permesso per ricongiungimento familiare. Secondo l’ANSA, l’autorizzazione per tali dichiarazioni pubbliche non sarebbe mai stata formalmente richiesta né concessa. La Procura sostiene che questo comportamento avrebbe dovuto essere valutato con maggiore severità dai giudici di sorveglianza. Il mancato rispetto delle condizioni dei permessi potrebbe, secondo l’accusa, compromettere il percorso rieducativo del detenuto.
La decisione finale spetta ora alla Corte di Cassazione, che dovrà stabilire se accogliere il ricorso della Procura generale. In caso di accoglimento, Stasi potrebbe perdere la semi libertà e ritornare a un regime di detenzione più rigido. La questione solleva nuovamente il dibattito sulla gestione delle misure penitenziarie per chi è condannato per reati gravi. Il caso Stasi continua a suscitare ampio interesse mediatico e giuridico, anche a distanza di anni dalla condanna definitiva.
Il caso Stasi è emblematico di come il sistema penale italiano gestisca le concessioni di benefici ai detenuti. Ogni evoluzione del processo giudiziario è seguita con attenzione, soprattutto per l’impatto che simili decisioni possono avere su altri casi giudiziari.

La gestione dei benefici penitenziari rimane un tema caldo nel dibattito pubblico, con opinioni spesso divergenti su come bilanciare sicurezza e reinserimento sociale. La vicenda di Stasi, con la sua rilevanza storica e giuridica, ne è un esempio lampante e continua a far discutere.