Nessun cambiamento operativo, ma vigilanza elevata
«Per il momento non cambia la nostra attività quotidiana. Siamo sotto il mandato delle Nazioni Unite, abbiamo un mandato da svolgere», ha ribadito ancora Tenenti, spiegando che i militari sono preparati a ogni scenario e che, pur mantenendo alta l’attenzione, non si registrano modifiche operative.
Secondo il portavoce, le forze presenti nell’area – «quasi 10mila soldati da circa 50 Paesi» – continuano ad agire in modo coordinato e pronto, mentre gli italiani presenti nella zona di Shama sono «quasi 1.000» e «adeguati alla situazione del momento». Anche le attività diplomatiche della missione, ha sottolineato, proseguono senza cambiamenti sostanziali.
Leggi anche: Israele-Iran, tregua violata: la terribile notizia e l’avvertimento di Trump

Due anni di crisi costante, ma la missione non si ferma
La complessità del contesto libanese – amplificata dal confronto tra Israele e Iran – non è nuova ai militari italiani. «Sicuramente rimarremo con un livello di attenzione diverso – ha dichiarato Tenenti – ma questi due anni ci hanno tenuto sempre con un’attenzione molto elevata». Il Libano resta un punto di equilibrio precario nel Mediterraneo orientale, con tensioni che si intrecciano tra Siria, Hezbollah, Israele e ora anche Iran. Eppure, la presenza della missione Unifil – attiva dal 1978 e rinnovata nel tempo – rappresenta uno dei pochi strumenti internazionali ancora efficaci per contenere le crisi e proteggere i civili. Anche in una mattina in cui il suono degli allarmi ricorda che la pace, qui, resta un traguardo fragile.