
Il giallo attorno alla morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022, si arricchisce di un dettaglio sorprendente: una frattura alla vertebra T2 emersa durante l’autopsia potrebbe essere stata causata accidentalmente da un preparatore anatomico. Cosa si è scoperto su di lui? A sollevare il caso è stato il fratello della vittima, Sergio Resinovich, durante la trasmissione Chi l’ha visto?. Una rivelazione destinata a riaccendere le indagini.
Leggi anche: “Non mangiatela”. Scatta il ritiro del noto prodotto dai supermercati, l’allerta del Ministero
Leggi anche: “Anche loro nell’inchiesta”: Garlasco, il colpo di scena dopo 18 anni

La frattura vertebrale e il sospetto ritardo nella segnalazione
Durante la puntata di “Chi l’ha visto?” andata in onda il 14 maggio 2025, Sergio Resinovich ha svelato un dettaglio fino ad oggi rimasto nell’ombra: una frattura alla vertebra T2 sarebbe stata causata durante l’autopsia da Giacomo Molinari, il preparatore anatomico freelance noto sui social come Sector Jack. Secondo il fratello della vittima, la comunicazione dell’accaduto è avvenuta con un ritardo di oltre tre anni, un fatto che solleva pesanti interrogativi sulla trasparenza della procedura. «Mi sembra strano che dopo 3 anni e mezzo venga fuori questa storia», ha dichiarato Sergio in diretta, esprimendo perplessità sulla mancata segnalazione immediata del danno alle autorità competenti. L’uomo ha già presentato una querela per falso contro il tecnico, che nel frattempo è stato oggetto di polemiche per la propria attività divulgativa in ambito obitorio.
Leggi anche: Garlasco, l’abbraccio a Stasi e quella frase sottovoce: il VIDEO a “Chi l’ha visto?”
Leggi anche: Garlasco, il martello ritrovato come presunta arma del delitto: parla Roberta Bruzzone

I video social e la critica al comportamento del preparatore
Al centro della polemica non c’è solo la frattura in sé, ma anche il comportamento pubblico del tecnico coinvolto. Giacomo Molinari, conosciuto online come Sector Jack, aveva un canale YouTube e un profilo TikTok (ora chiusi) nei quali pubblicava contenuti legati al lavoro nei reparti anatomici. Secondo Sergio Resinovich, questa esposizione mediatica è stata irrispettosa e inappropriata. «Chi gli ha dato l’autorizzazione a fare video in un obitorio? È un tempio sacro. Ha dato in pasto al pubblico una cosa privata», ha affermato con amarezza. La famiglia della vittima considera l’ambiente obitorio come un luogo inviolabile, dove la discrezione dovrebbe prevalere su ogni tentazione di spettacolarizzazione. Molinari, da parte sua, ha replicato sostenendo di aver semplicemente illustrato le tecniche anatomiche e di non aver mai trattato direttamente il caso Resinovich sui suoi canali social. «Io volevo solo dare un contributo divulgativo. Il mio lavoro si è concluso con l’autopsia, non ho avuto accesso agli atti e non sono coinvolto nelle indagini», ha dichiarato.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva