Il racconto dei colleghi e il ruolo dell’ATM
Il ristorante, convenzionato con Atm da meno di un anno, è finito subito sotto la lente d’ingrandimento dell’azienda, che ha sospeso la convenzione appena saputo dell’accaduto. Dopo il pranzo, i cinque colleghi si erano recati in pronto soccorso per sintomi riconducibili a una possibile intossicazione alimentare, ricevendo tutti un certificato di malattia. Ma solo Davide è peggiorato nei giorni successivi: mercoledì è stato intubato e ricoverato in gravi condizioni, fino al decesso avvenuto domenica. La procura indaga, mentre l’Ats prosegue con gli accertamenti nel ristorante.
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Chi era Davide Teruzzi: il “gigante buono” del tram
La morte di Davide ha colpito profondamente colleghi, amici e passeggeri. Lavorava all’Atm dal 2001, assegnato al deposito Leoncavallo, e conduceva le linee tramviarie 5, 12 e 33. Viveva a Melzo, nel Milanese, con la madre. Sui social, in tanti lo ricordano come un uomo solare, dal cuore grande, soprannominato affettuosamente “Davidone il gigante buono”. Il suo carattere allegro e la sua presenza fisica imponente non passavano inosservati tra i viaggiatori dei tram milanesi. «La sua simpatia e la cordialità lo rendevano speciale», si legge tra i messaggi di cordoglio.
Sul tavolo del pm Roberta Amadeo c’è ora il compito di stabilire, tramite autopsia, se l’intossicazione alimentare sia stata la causa diretta del decesso o se altri fattori abbiano inciso. Intanto, l’Ats Milano è chiamata a verificare ogni possibile violazione igienico-sanitaria all’interno del locale. Un’indagine che potrebbe estendersi anche ad altri casi sospetti legati al ristorante, in un quadro ancora da definire ma già segnato da un epilogo tragico e inspiegabile.