Versioni opposte e sospetti crescenti
Le dichiarazioni di Molinari si scontrano ora con i risultati della seconda relazione medico-legale firmata da Cattaneo, Tambuzzi, Leone e Vanin. Tuttavia, trovano sostegno nel parere del dottor Raffaele Barisani, consulente proprio di Visintin, che sostiene che la frattura possa essere compatibile con una semplice mobilizzazione del cadavere.
Sergio Resinovich però non ci sta. Nella querela, ha chiesto esplicitamente che vengano approfonditi i motivi delle dichiarazioni tardive e, a suo dire, mendaci di Molinari, ipotizzando che il tecnico possa aver coperto qualcuno. “Nella mia memoria inviata alla Procura – ha ribadito Molinari – ho chiarito tutto. Non mi sono autoaccusato, ho solo detto quello che ho visto succedere”.
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Ispezione ministeriale e polemiche social
La querela ha già avuto un primo effetto: Sergio Resinovich ha chiesto l’intervento diretto del Ministro della Salute, proponendo un’ispezione nel reparto dove Molinari lavora. In particolare, ha segnalato anche alcuni video pubblicati dal tecnico sui social, che mostrano scene della vita quotidiana all’obitorio. Sebbene non abbiano nulla a che fare con il caso Liliana, quei filmati sono diventati un ulteriore elemento nel dossier presentato dalla famiglia Resinovich.
Il mistero attorno alla morte di Liliana Resinovich sembra non avere fine. A oltre tre anni di distanza, ogni nuovo dettaglio riapre ferite mai chiuse e rilancia interrogativi irrisolti. Chi dice la verità? La giustizia dovrà ora decidere se Giacomo Molinari è un tecnico coscienzioso che ha commesso un errore in buona fede o se dietro le sue parole si nasconde una rete di coperture e silenzi pesanti. Intanto, l’ombra della verità continua a proiettarsi su Trieste.