Movimento 5 Stelle in ripresa e avanzata di Verdi-Sinistra
Il Movimento 5 Stelle fa registrare la crescita più significativa tra i principali partiti, salendo al 12,7% con un incremento di 0,8 punti percentuali. Questo risultato, pur mantenendo il partito di Giuseppe Conte a distanza da Pd e FdI, segna una chiara inversione di tendenza rispetto alla stabilità degli ultimi mesi. Per il M5S, si tratta di un segnale incoraggiante che potrebbe preludere a ulteriori guadagni, qualora la leadership riuscisse a consolidare il rapporto con l’elettorato.
Positivo anche l’andamento di Alleanza Verdi-Sinistra, che sale al 7,4% grazie a un aumento di 0,4 punti. La formazione ecologista e progressista raggiunge uno dei suoi migliori risultati degli ultimi mesi, confermando un trend di consolidamento e rafforzamento della propria base. Tale crescita si inserisce in un contesto di attenzione crescente alle tematiche ambientali e sociali, che trovano risonanza nell’agenda politica nazionale. L’osservazione delle preferenze tra le fasce d’età evidenzia come il Movimento 5 Stelle sia particolarmente apprezzato tra i giovani, mentre Verdi-Sinistra raccoglie consensi soprattutto tra gli elettori più sensibili alle questioni ambientali e ai diritti civili. Queste tendenze indicano un progressivo rinnovamento della base elettorale delle due formazioni.
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Centrodestra: stabilità e piccoli spostamenti tra Lega e Forza Italia
Nel campo della maggioranza di governo, la situazione resta sostanzialmente immutata. Fratelli d’Italia rimane la forza trainante, mentre Forza Italia si attesta all’8,9% e la Lega all’8,2% (-0,1%). Lo scarto tra le due formazioni è ridotto, confermando una storica alternanza ai margini della coalizione senza che nessuna delle due riesca a compiere un balzo decisivo. La staticità dei rapporti interni riflette la difficoltà di rinnovare la proposta politica e di attrarre nuovi segmenti di elettorato.
Le analisi suggeriscono che le oscillazioni tra Forza Italia e Lega sono spesso il risultato di strategie di comunicazione mirate a consolidare il consenso tra gli elettori tradizionali. Tuttavia, la mancanza di innovazione nei programmi politici limita la capacità di espansione delle due formazioni, che continuano a contendersi una base elettorale sostanzialmente stabile.

Crescita contenuta per i partiti centristi e liberali
Nell’area centrista e liberale, le variazioni restano marginali. Azione si conferma la formazione di riferimento con il 3,6% (+0,4 punti), seguita da Più Europa al 2,1% (+0,1%) e Italia Viva al 2% (+0,2%). Questi incrementi, seppur minimi, segnalano una certa tenuta elettorale anche in un contesto fortemente polarizzato, ma non bastano a garantire un ruolo centrale nel dibattito politico nazionale.
All’ultimo posto si trova Noi Moderati, che scende al 0,3% (-0,1%). Le difficoltà delle forze minori a emergere si riflettono nella scarsa visibilità mediatica e nella difficoltà di intercettare nuove fasce di elettorato. La frammentazione dell’area centrista si traduce in una presenza istituzionale limitata e in una capacità di influenza ridotta rispetto ai principali schieramenti.