
Un volo di piacere si è trasformato in tragedia nei cieli della provincia di Brescia. Due persone hanno perso la vita nello schianto di un ultraleggero Freccia precipitato sulla strada provinciale Corda Molla. Le vittime sono morte carbonizzate all’interno dell’abitacolo. L’incidente, accaduto martedì 22 luglio, ha coinvolto anche due veicoli in transito. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
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Lo schianto improvviso del velivolo
L’ultraleggero Promecc Aerospace Freccia, lungo circa sette metri, era decollato nella mattinata da Gragnano Trebbiense, in provincia di Piacenza. Secondo quanto ricostruito, il mezzo era diretto verso nord quando, attorno a mezzogiorno, ha iniziato a perdere quota fino a precipitare tra Flero e Azzano Mella, lungo il raccordo autostradale tra A4 e A21. Un testimone oculare ha dichiarato: “Hanno roteato su sé stessi, poi sono precipitati”.
Dopo l’impatto con il suolo, l’ultraleggero ha preso fuoco immediatamente, coinvolgendo anche due automobili che stavano attraversando la carreggiata. I conducenti sono riusciti a mettersi in salvo: un uomo di 49 anni ha rifiutato le cure, mentre un altro di 56 anni è stato trasportato in ospedale in codice verde.

Le indagini e l’ipotesi della Procura: “Vuoto normativo”
Sulla tragedia è intervenuta la Procura della Repubblica, che ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio colposo. A parlarne è stato il procuratore Francesco Prete, che ha evidenziato possibili criticità normative: “Non esistono per questo tipo di ultraleggeri procedure da rispettare prima di alzarsi in volo o durante la rotta”, ha dichiarato a Il Corriere della Sera.
Secondo il magistrato, è necessario comprendere se esista un vuoto legislativo che consenta a privati di volare senza alcun controllo e senza dover comunicare nulla alle autorità. Le indagini della Polizia stradale e degli inquirenti si stanno concentrando su questi aspetti per accertare eventuali responsabilità.
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