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Kate e il cancro, il dettaglio che in pochi hanno notato a Wimbledon

Kate e il cancro, il dettaglio che in pochi hanno notato a Wimbledon – Torna a farsi vedere sotto i riflettori dopo un lungo periodo di silenzio. Un’icona di stile, certo, ma anche un simbolo di resilienza. E questa volta non è solo la moda a parlare, ma qualcosa di più profondo, che va oltre il tessuto e i colori. Gli occhi del mondo erano puntati su di lei, ma pochi hanno colto la vera essenza di quel gesto.

Kate e il cancro, il dettaglio che in pochi hanno notato a Wimbledon

Dopo mesi difficili segnati dalle cure contro il cancro, Kate Middleton è riapparsa in pubblico in occasione della finale femminile e maschile di Wimbledon 2025, riportando eleganza e compostezza sulle tribune del torneo più iconico del tennis mondiale. Una presenza che da sola ha rubato la scena, catalizzando l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica. In tanti si sono concentrati subito sullo stile impeccabile della Principessa del Galles. Il suo abito Roksanda blu cobalto ha fatto rapidamente il giro del web, attirando i consueti elogi dei fashionisti e degli osservatori reali. Ma quella scelta, forte, vibrante, apparentemente frivola, nascondeva ben altro. Un messaggio sottile ma potente, che va ben oltre l’estetica.

Il significato spirituale del blu

A chiarirlo è l’astrologa e sensitiva Inbaal Honigman, che ha commentato l’apparizione pubblica di Kate da un’angolazione meno scontata: “L’abito blu brillante non è stata una semplice scelta di moda. Il blu è un colore ricco di significati spirituali. È connesso alla guarigione, alla tranquillità e alla serenità. Indossandolo, la Principessa ha inviato un messaggio chiaro alla nazione: sto tornando, mi sto riprendendo, sono forte”. Il blu, oltre ad avere un potere calmante universalmente riconosciuto, è associato nella tradizione spirituale indiana al chakra della gola: il centro dell’espressione, della chiarezza, della verità. “Indossarlo in un contesto così pubblico significa anche affermare la propria capacità di comunicare, di raccontare se stessi in modo sincero, dopo mesi in cui la malattia ha imposto silenzio e riservatezza”, ha continuato Honigman.

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