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Allarme nei supermercati italiani: sta sparendo dal commercio

Non buone notizie per i consumatori. I cambiamenti climatici e la guerra in Ucraina che va avanti stanno portando numerose conseguenze nella nostra vita. Le elevate temperature di questi ultimi mesi, che hanno anche raggiunte oltre i 40 gradi, stanno distruggendo i raccolti. Non meno gravi le improvvise alluvioni che mettono a rischio le coltivazioni. Tristi novità che avranno ripercussioni anche sulle nostre tavole e di cui ci renderemo conto soltanto andando ai supermercati. Come rivelano alcuni media ci sono dei prodotti che stanno scomparendo dai nostri scaffali. (continua a leggere dopo le foto)

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Allarme nei supermercati italiani: sta sparendo dal commercio

Il prodotto che è scomparso dagli scaffali e che fa più preoccupare gli esperti è il mais. Per colpa del caldo e delle violenti piogge il mais rischia di sparire per sempre. Quest’ultimo e i suoi derivati stanno alla base della produzione di tantissimi prodotti. Quali? La Coca Cola che al suo interno ha un dolcificante liquido che viene estratto proprio dal mais. Per non parlare del dentifricio che contiene il sorbitolo, un ricavato che si ottiene dalla lavorazione dell’amido di mais da cui si ricava una morbida consistenza. Ci sono poi gli animali che vengono alimentati con il mais, dai bovini ai polli fino ai suini. Insomma un prodotto indispensabile per il settore agroalimentare. (continua a leggere dopo le foto)

Non soltanto i cambiamenti climatici

Non soltanto però i cambiamenti climatici. La guerra in Ucraina anche ha delle devastanti conseguenze sui commerci. L’abbiamo visto con il blocco dei porti in questi lunghi mesi di conflitto. L’Ucraina è infatti il secondo fornitore di mais dell’Italia. (continua a leggere dopo le foto)

Il problema dei cereali

Dalla ripartenza delle navi di cereali dell’Ucraina dipende l’arrivo in Italia di quasi 1,2 miliardi di chilli di mais per l’alimentazione animale per latte e carne, grano tenero e olio di girasole. L’Ucraina con una quota di poco superiore al 13% per un totale di 785 milioni di chili è il secondo fornitore di mais del nostro Paese, che è costretto ad importare circa la metà del proprio fabbisogno per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, stando all’analisi della Coldiretti. Leggi anche l’articolo —> I famosi dolci ritirati dal commercio: marchio finisce nel mirino

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