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Reddito di cittadinanza addio: l’annuncio improvviso gela gli italiani. Cosa succederà

Gli italiani tornano alle urne. Si vota domenica 25 settembre 2022 dalle 7.00 alle 23.00. Nel frattempo i vari partiti stanno presentando i loro programmi. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha deciso di dichiarare guerra al Reddito di cittadinanza, la misura cara al Movimento 5 Stelle. La Meloni ha espresso il suo pensiero su questo argomento attraverso un video pubblicato sui suoi profili social nel quale ha spiegato anche l’alternativa proposta dal suo partito. Vediamo insieme le sue parole. (Continua a leggere dopo la foto)

Reddito di cittadinanza addio: l’annuncio improvviso gela gli italiani. Cosa succederà

In vista delle prossime elezioni del 25 Settembre 2022, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha iniziato ad elencare i punti del suo programma e tra questi c’è la sua intenzione di dichiarare guerra al Reddito di cittadinanza, la misura cara al Movimento 5 Stelle. E in un video pubblicato sui suoi profili social  ha sostenuto che i Fratelli d’Italia sono “pronti a combattere la povertà investendo sul lavoro. Il Rdc ha fallito, vogliamo sostituirlo con uno strumento a tutela dei soggetti fragili”. Secondo lei, infatti, “chi può lavorare deve essere aiutato a trovare lavoro: è questo l’unico modo per sconfiggere davvero la povertà, non l’assistenzialismo. Il Reddito di cittadinanza è stato un fallimento totale, nonostante abbia avuto per lo Stato un costo esorbitante, pari a circa 9 miliardi di euro l’anno. Stendendo un velo pietoso sulle migliaia e migliaia di truffe che ha generato, favorendo anche criminali, mafiosi, spacciatori, ha fallito come strumento di lotta alla povertà, che doveva essere abolita e invece ha raggiunto i massimi storici”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Pronti a combattere la povertà investendo sul lavoro”

Poi sempre attraverso il video social, Giorgia Meloni ha aggiunto che lo strumento caro ai grillini “ha fallito anche come misura di politica attiva del lavoro, visto che pochissimi dei percettori del reddito di cittadinanza alla fine sono stati assunti e hanno trovato un lavoro dignitoso. È l’ennesima riprova del fatto che avevamo ragione quando dicevamo che le risorse per le politiche attive andavano usate per aiutare le imprese ad assumere. Noi crediamo che uno Stato giusto non metta sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo. Uno strumento di tutela serve per chi non è in condizioni di lavorare, over 60, disabili, famiglie senza reddito con minori a carico. Ma per gli altri quello che serve è la formazione e gli strumenti necessari a favorire le assunzioni”.

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