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Torino, chiede un tampone e le dicono che risulta morta: l’assurda storia di Rosalia

Una donna di Grugliasco nel Torinese, Rosalia Cascone, ha chiamato il suo medico per richiedere il tampone. Il dottore le ha dato una risposta a dir poco sconcertante. “Signora, lei risulta morta”.

“Signora, lei risulta morta”, l’assurda storia di Rosalia

Rosalia ha il vaccino contro il coronavirus. Si trovava in quarantena e doveva eseguire un tampone per verificare la positività o meno al virus. Ha dunque chiamato il suo medico che inaspettatamente le ha risposto: “Venga in ufficio a dimostrare di essere viva”. Secondo i documenti del suo medico la donna risultava deceduta. Il medico allora, ha effettuato i controlli del caso e ha scoperto che la paziente non risultava nel proprio database e che, anzi, risultava deceduta in data 18 ottobre 2011.

L’unica soluzione sarebbe recarsi di persona all’Asl e dimostrare, con la prova inconfutabile della propria presenza fisica, di non essere ancora morta. Il problema era che lei si trovava in quarantena e non poteva uscire. Sarà dunque il figlio, Luca Bartolino, a recarsi all’Asl a testimoniare il fatto che la donna è viva. Il figlio ha ipotizzato: “Ci troviamo di fronte, molto probabilmente, a un errore di trascrizione al momento della richiesta di sostituzione, da parte di mia madre, del medico di base, con la richiesta di sostituzione evidentemente registrata come revoca per decesso. Un ulteriore elemento assurdo in questa altrettanto assurda vicenda è che la dottoressa di base di mia madre l’ha regolarmente seguita in tutti questi dieci anni e dunque sa benissimo che è viva”.

Una vicenda che ha dell’assurdo. A commentare il disguido ci ha pensato Silvio Magliano, presidente del Gruppo Consiliare Moderati al Consiglio Regionale del Piemonte. “Che simili fatti si verifichino in Piemonte nell’anno 2021 è, semplicemente, inconcepibile. Chiederò alla Giunta – ha affermato – spiegazioni puntuali in occasione della prima seduta utile del Consiglio Regionale”.

 

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