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Fermato un ex concorrente de “L’Isola dei Famosi”: di cosa è accusato

Un ex concorrente de L’Isola dei Famosi sarebbe coinvolto in alcune operazioni della ‘ndrangheta collegate allo spaccio di stupefacenti e alla vendita di armi. Si tratta di un ex pugile e pr dell’Hollywood di Milano che è stato fermato nell’ambito di un’indagine della Dda milanese, insieme ad altre 13 persone. Ha partecipato a L’Isola dei Famosi 2018, è Franco Terlizzi.

Isola dei Famosi Franco Terlizzi

Franco Terlizzi de “L’Isola dei Famosi” fermato per associazione a delinquere

La polizia ha fermato l’uomo, insieme ad altri 13, per associazione a delinquere. Franco Terlizzi sarebbe coinvolto in un associazione che si occupa di traffico di cocaina, hashish e marijuana e dell’intestazione fittizia di beni. Come è coinvolto? Secondo gli accertamenti, sarebbe uno dei prestanome di Davide Flachi, il figlio di Pepè Flachi, boss della Comasina e al vertice del giro di affari illegali, morto lo scorso gennaio. L’operazione coordinata dalla Dda milanese ha portato anche al sequestro di due attività imprenditoriali e mitragliatori da guerra.

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Cosa hanno scoperto su Franco Terlizzi

Secondo l’accusa, le investigazioni economico-finanziarie hanno permesso di ricostruire i flussi di danaro. Le fiamme gialle, oltre ai fermi, stanno proseguendo le attività procedendo con un sequestro preventivo d’urgenza che riguardano una carrozzeria, che sarebbe stata sfruttata per riparare di auto in danno di istituti assicurativi, e un negozio di articoli sportivi. Entrambe le attività sono localizzate in provincia di Milano e, stando alle indagini, sarebbero riconducibile a Davide Flachi, figlio di Pepè per cui Terlizzi avrebbe fatto da prestanome.

Le indagini hanno permesso di ricostruire le rotte dello stupefacente, con sequestri effettuati anche nel territorio della Svizzera, episodi estorsivi nei confronti dei clienti morosi. Inoltre l’associazione sarebbe anche coinvolta nel traffico di armi anche da guerra. Un commercio che la polizia ha subito bloccato. Gli agenti hanno provveduto a ritirare mitragliatori Kalashnikov riforniti da cellule calabresi e balcaniche collegate.

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