La famiglia Poggi: “Stasi resta l’assassino di nostra figlia”
Mentre si fa sempre più folta la schiera degli innocentisti, tra cui anche l’ex comandante dei carabinieri di Garlasco, la famiglia di Chiara Poggi rimane ferma nella convinzione che la giustizia abbia già fatto il suo corso. Fonti vicine ai genitori della vittima hanno dichiarato che nessuna nuova inchiesta potrà cambiare il ruolo di Stasi, ritenuto da loro, dalle tre sentenze e dalla Corte di Cassazione come l’unico colpevole del delitto avvenuto il 13 agosto 2007. Un contrasto netto, quello tra il fronte difensivo e la posizione della famiglia Poggi, che mette in evidenza quanto il caso continui a dividere anche a distanza di anni dalla condanna definitiva. (Continua dopo le foto)

Chi è Andrea Sempio, l’amico finito sotto i riflettori
Andrea Sempio è il nuovo nome entrato nella narrazione del delitto Garlasco a partire dal 2016, quando emerse che il suo DNA sarebbe stato compatibile con una traccia trovata sotto le unghie della vittima. All’epoca, però, le analisi non erano state ritenute sufficienti per una riapertura del caso. Oggi, grazie all’iniziativa della Procura generale di Milano, il suo nome è formalmente iscritto nel registro degli indagati, e le nuove indagini puntano ad approfondire piste mai del tutto chiarite. Lovati teme che si possano ripetere gli errori commessi contro Stasi, spingendosi a ribadire: “Sono entrambi innocenti”. Una dichiarazione che, se da un lato punta a tutelare il suo assistito, dall’altro mette in discussione il cuore stesso dell’indagine giudiziaria che ha portato a una condanna definitiva nel 2015. La frase più forte e controversa pronunciata da Lovati è quella con cui ha tentato di offrire una propria ricostruzione del delitto, pur precisando di parlare “da cittadino, non da avvocato”: “È stato un sicario a uccidere Chiara Poggi. Non Alberto, che in quella casa non è mai entrato”. Un’ipotesi che finora non è mai stata presa in considerazione dalle autorità giudiziarie, né è sostenuta da elementi concreti nei fascicoli ufficiali. Ma la sua dichiarazione accende inevitabilmente il dibattito.