Chi era in sala autoptica?
Una delle questioni centrali riguarda proprio quella garza: era sterile? Perché non è stato usato un tampone? La perita nominata dal gip, Denise Albani, ha già annunciato che chiederà chiarimenti al medico legale Ballardini e un elenco dettagliato dei presenti in sala autoptica. Lo scopo è ricostruire con precisione chi ha avuto fisicamente accesso al corpo senza vita di Chiara Poggi e in quali condizioni. Finora, tutti i confronti effettuati – compresi quelli con i profili di Andrea Sempio e Alberto Stasi – hanno dato esito negativo. La comparazione sarà quindi estesa anche a soggetti esclusi in passato, a partire da i soccorritori della Croce Rossa, i dipendenti delle pompe funebri, chi ha scattato le fotografie per fini investigativi e, appunto, chi ha contribuito alla riesumazione della salma.

Un’identità ancora sconosciuta
La posta in gioco non è solo tecnica, ma simbolica. Quella traccia maschile potrebbe rappresentare una svolta, oppure essere l’ennesimo falso indizio. Se anche questa nuova tornata di analisi dovesse concludersi senza risultati, l’ipotesi di un “secondo uomo”, come lo definisce Garofano, potrebbe svanire nel nulla. O rivelarsi, semplicemente, la caccia a un fantasma. Nel frattempo, la Procura di Pavia prosegue il suo lavoro, con l’obiettivo di stabilire una volta per tutte la natura di quel DNA. Una certezza che, a quasi vent’anni dalla morte di Chiara, continua a sfuggire.