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Giulia Cecchettin, il retroscena da brividi su Filippo: cosa avrebbe fatto prima di ucciderla

Dovrebbe rientrare in Italia sabato Filippo Turetta, dopo il sì da parte della Germania per la sua estradizione. Il 22enne è ora rinchiuso nel carcere di Halle per l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il ragazzo è stato fermato dai poliziotti tedeschi a bordo della sua auto sulla corsia d’emergenza a fari spenti e senza benzina, dopo circa una settimana di fuga da quando aveva commesso l’omicidio. In attesa del suo rientro si indaga sull’omicidio premeditato. Ecco cosa avrebbe fatto Filippo prima di quel sabato sera 11 novembre.

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filippo turetta

Filippo aveva già deciso di uccidere Giulia?

Filippo Turetta dovrebbe atterrare a Venezia sabato 25 novembre e processato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Intanto si indaga sulla premeditazione: Filippo aveva già pianificato di uccidere Giulia? Diversi indizi fanno pensare proprio a questo. Nel parcheggio a 150 metri dall’abitazione di Giulia, è stata ritrovata la lama di un coltello da cucina, mentre al momento dell’arresto un secondo coltello è stato ritrovato in una borsa in macchina di Filippo. Il giovane ha anche fatto un cambio d’abiti, e qualche ora prima del delitto pare abbia fatto un sopralluogo nella zona industriale di Fossò, dove si è consumato il delitto. Ma andiamo con ordine. (continua dopo la foto)

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I due coltelli usati per l’aggressione

Un primo coltello è stato trovato dai carabinieri nel parcheggio vicino casa di Giulia, dove sono state rinvenute anche delle tracce di sangue e del nastro adesivo. Probabilmente Filippo ha cercato di immobilizzare Giulia per evitare che urlasse o scappasse. Un secondo coltello da 12 centimetri è stato rinvenuto nell’auto di Turetta dalla polizia tedesca. Secondo quanto emerge dal rapporto, il ragazzo avrebbe voluto usarlo su se stesso, ma di non aver mai trovato il coraggio. All’altezza del collo del ragazzo, sempre quanto raccontato dalla polizia tedesca, non ci sarebbe nessun segno o ferite da taglio, a differenza delle mani e delle caviglie dove, invece, sarebbero evidenti i segni della colluttazione avuti con Giulia. Dunque Filippo aveva un piano in mente quando sabato sera è passato a prendere la ragazza? A questa domanda potrà rispondere solo Turetta al momento del rientro. (continua dopo la foto)

filippo turetta

Il cambio di vestiti e i soldi in contanti

Un’altro indizio che fa pensare che Filippo avesse già deciso quale sarebbe stato l’epilogo di quel sabato sera 11 novembre, sono i 300 euro in contanti di cui era in possesso. Probabilmente il giovane aveva pensato bene di evitare i prelievi con il bancomat così da non dare nessuna pista da seguire alle forze dell’ordine. In più, nella borsa dove è stato ritrovato il secondo coltello, i poliziotti tedeschi hanno trovato un cambio e un paio di scarpe “imbrattate di sostanza ematica“. Filippo al momento dell’arresto aveva abiti puliti. (continua dopo la foto)

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Il sopralluogo sulla scena del crimine

Gli investigatori si stanno occupando di visionare tutti i filami delle telecamere della zona industriale di Fossò, dove Giulia è stata aggredita. Uno dei filmati mostra il momento dell’aggressione, avvenuto intorno alle 23:40: Giulia tenta di scappare, ma viene raggiunta da Filippo che la scaraventa a terra. La ragazza batte la testa e rimane immobile. Filippo a quel punto carica il corpo in macchina e inizia la sua fuga. Esiste un secondo filmato, registrato intorno alle 17 dello stesso giorno, che mostrerebbe il passaggio di una Fiat Punto nera come quella di Filippo. È da chiarire se quell’auto è davvero quella del 22enne, se così fosse, sommando tutte le prove, confermerebbe l’ipotesi di premeditazione e aggraverebbe ancora di più la posizione già compromessa di Filippo.

Ci fu anche una chiamata al 112 da parte del vicino di casa dei Cecchettin, che aveva visto un ragazzo prendere a calci una ragazza, ma di non essere riuscito a prendere il numero di targa. Eppure nell’ordinanza del Gip non c’è traccia d’intervento di pattuglie quella sera. Si scopre, infatti, che i carabinieri non inviarono una pattuglia a Vigonovo dopo l’allarme. La telefonata del testimone sarà acquisita dalla procura.

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