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Grave lutto per Travaglio, purtroppo non ce l’ha fatta: il triste annuncio poco fa

In queste ore Marco Travaglio, direttore de il Fatto Quotidiano, è stato travolto da un grave lutto. Antonio Lumicisi, docente universitario, esperto di politiche ambientali ed energetiche e blogger de Il Fatto Quotidiano dal 2019, è morto all’improvviso all’età di 57 anni. Da sempre Lumicisi ha lavorato sul tema dello sviluppo sostenibile con enti pubblici, privati e organizzazioni internazionali, oltre ad aver svolto attività accademica all’Università della Tuscia di Viterbo. Negli ultimi dieci anni si è dedicato al ruolo delle città nella lotta al cambiamento climatico. Vediamo ora insieme qualche curiosità in più sulla sua carriera. (Continua a leggere dopo la foto)

Grave lutto per Travaglio, purtroppo non ce l’ha fatta: il triste annuncio poco fa

Antonio Lumicisi, esperto di politiche per l’ambiente, l’energia e il clima, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e dei suoi amici e colleghi all’età di 57 anni. Laureato in Scienze Statistiche e Demografiche, si è occupato per circa 30 anni di tematiche inerenti lo sviluppo sostenibile. Ha lavorato principalmente con enti pubblici ai diversi livelli (Ministero dell’Ambiente; Roma Capitale; Comune di Firenze; ENEA; GSE), ma anche con organizzazioni internazionali (FAO) ed enti privati (Greenpeace Italia; Kyoto Club; ITABIA; Fondazione Ambiente Pulito onlus; Eurac research). Ha svolto attività accademica presso l’Università della Tuscia di Viterbo come professore a contratto del corso “Foreste e sviluppo sostenibile”. Negli ultimi 10 anni si è dedicato al ruolo delle città nella lotta al cambiamento climatico e proprio da questo progetto è nato il suo blog su Il Fatto Quotidiano. (Continua a leggere dopo la foto)

L’ultimo saluto dei colleghi e amici

L’associazione Paea (Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente) lo ha ricordato così: “Antonio Lumicisi, carissimo amico e collaboratore storico dell’associazione Paea, è venuto a mancare a noi e all’affetto dei suoi cari. Ricordo il nostro primo incontro quando lui lavorava a Greenpeace e organizzammo un tour con la mostra itinerante Casa Ecologica in giro per l’Italia. Condivise l’importanza di mostrare ai cittadini come e cosa si poteva fare nel concreto per tutelare l’ambiente, diffondere il risparmio energetico e le energie rinnovabili. Se c’è una persona a cui l’ambientalismo italiano devo molto è proprio Antonio che, pur senza apparire granché, ha fatto tanto per l’ambiente e la sostenibilità. Era per un ambientalismo della pratica, quindi spesso in collisione con l’ambientalismo di carta, la burocrazia e le vuote parole. Per Antonio i cambiamenti dovevano essere reali o non erano, forse per questo motivo fece fatica negli ambienti istituzionali dove prestò la sua opera. Per lui non aveva senso occupare posti se non ci si dava da fare per cambiare il possibile e a volte anche l’impossibile, visto che lavorare nelle istituzioni in Italia e voler cambiare veramente le cose è già di per sé una mission impossible”.

Poi ha aggiunto: “Una di queste fu la sua geniale idea portata avanti caparbiamente per anni di realizzare un Centro per le Energie Rinnovabili a Roma, che solo una grande miopia fece fallire. Altre iniziative come quella importante del Patto dei sindaci riuscì a portarle a termine dopo un’attività tenace e lungimirante. Con impegno, serietà, precisione, convinzione e grandi valori si dedicava al lavoro come pochi e ci siamo sempre dati apprezzamento e sostegno reciproco. Ricordo i tanti bei momenti passati insieme nelle varie iniziative pubbliche e occasioni private. L’associazione Paea e io dobbiamo tantissimo ad Antonio e la sua è una perdita incolmabile non solo per noi ma per il nostro paese. Caro Antonio, non ci sono parole sufficienti per esprimerti la nostra gratitudine e il dispiacere di non averti più con noi.”

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