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Incidente sull’A1, chi erano le vittime: il dolore del sindaco

Incidente sulla A1, chi erano le vittime: il dolore del sindaco. Un pomeriggio qualunque si è trasformato in un incubo che ha spezzato vite e sogni, lasciando un vuoto incolmabile nelle famiglie coinvolte e nella comunità. Sull’autostrada A1, uno dei tratti più trafficati e insidiosi d’Italia, una tragedia ha colpito duro: la scia di dolore si è allargata nel silenzio di una galleria, dove la visibilità ridotta e la velocità spesso fuori controllo aumentano il rischio di incidenti fatali. Dietro ai numeri ci sono persone, affetti, storie di vite che si stavano costruendo con speranza e fatica, tutte spezzate in un attimo.

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Il drammatico svolgimento dell’incidente sull’A1

Il tratto di autostrada all’altezza di Barberino di Mugello è noto per la sua pericolosità, soprattutto all’interno delle gallerie dove la luce scarseggia e la concentrazione è fondamentale. Proprio qui, una Fiat Panda con a bordo cinque persone si è fermata improvvisamente sulla corsia di marcia, in un punto in cui l’attenzione dovrebbe essere massima e i limiti di velocità rigorosamente rispettati, cosa che spesso non accade. Alcune auto sono riuscite a scansarla, ma un autocarro, nonostante una frenata disperata, ha centrato l’utilitaria con violenza. La dinamica, ancora sotto accertamento, vedrebbe la Panda immobile con le doppie frecce accese forse per via di un guasto: il tempo, però, è stato troppo breve per evitare l’impatto. Nello schianto ha perso la vita anche il cane di famiglia.

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Vittime dell’incidente: vite spezzate nel fiore degli anni

Le vittime sono volti che ora non ci sono più, ma che avevano una storia da raccontare. La rivista Leggo.it riporta i loro nomi. Mauro Visconti, 69 anni, e Nydia Zoila Albuquerque Basulto, 65 anni, erano i nonni materni della bambina coinvolta, mentre Carla Stephany Visconti, 39 anni, era la zia della piccola. Originari del Perù, avevano trovato nella provincia di Verbania una nuova casa e una famiglia da proteggere. Una famiglia serena, come la definisce il sindaco, fatta di lavoro e affetti semplici. La perdita di queste persone, strappate alla vita troppo presto, pesa come un macigno, soprattutto perché adesso sono rimaste due ferite profonde: una bambina di 4 anni e una donna di 37, entrambe ricoverate in prognosi riservata. Le vite si sono intrecciate tragicamente, lasciando dietro di sé un silenzio carico di dolore e domande senza risposta.

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