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Lutto nella politica italiana, addio al leader delle polemiche

È morto Giancarlo Cito, ex sindaco di Taranto e figura controversa della politica meridionale

È morto questa mattina Giancarlo Cito, all’età di 79 anni presso la Cittadella della Carità nel quartiere Paolo VI di Taranto, dove era ricoverato da tempo. Ex sindaco della città, deputato e fondatore della Lega Meridionale AT6, lascia la moglie Maria e i figli Mario e Antonella. Conosciuto a livello nazionale per la sua attività politica e televisiva, ha incarnato per anni una narrazione forte e identitaria del Mezzogiorno, in antitesi al potere centrale e ai partiti tradizionali. Uomo di grande carisma, ha mantenuto un seguito fedele anche nei momenti più difficili della sua carriera, inclusi quelli segnati da vicende giudiziarie.

La carriera di Giancarlo Cito: dalla tv locale alla conquista di Taranto

Diplomato geometra e con un passato nei Vigili del Fuoco, Giancarlo Cito inizia negli anni ’80 come imprenditore edile, per poi fondare l’emittente locale AT6 – Antenna Taranto 6, che divenne rapidamente uno strumento di battaglia politica e personale. Le sue trasmissioni, spesso incentrate su denunce contro la mala gestione cittadina, gli permisero di costruire un consenso di base che lo porterà a diventare sindaco di Taranto nel 1993, con un clamoroso successo elettorale. Durante il suo mandato promosse iniziative scenografiche come la nuotata nel Golfo di Taranto per denunciare l’inquinamento, e si distinse per un approccio “muscolare” alla gestione pubblica. Nel 1996 fu eletto deputato con quasi 34mila preferenze, e negli anni successivi tentò anche la scalata a Milano e alla Presidenza della Puglia.

La carriera di Cito è stata segnata da pesanti vicende giudiziarie. Tra il 2003 e il 2007 ha scontato quattro anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, condanna confermata in Cassazione. In seguito ha ricevuto ulteriori condanne per abuso d’ufficio, violenza privata e tangenti, che lo hanno portato nuovamente in carcere e infine ai servizi sociali. Nonostante le controversie, il suo movimento AT6 – Lega d’Azione Meridionale ha continuato a ottenere risultati significativi nelle elezioni locali, candidando i figli Mario e Antonella, e rimanendo per anni un punto di riferimento per una parte dell’elettorato scontento e radicale del Sud.

L’eredità di una politica personale e diretta

Fino all’ultimo, Giancarlo Cito ha rivendicato con orgoglio la sua visione politica, anche nelle trasmissioni televisive dove appariva saltuariamente per difendere le sue posizioni e denunciare l’establishment. La sua figura resta simbolo di un’epoca politica in cui la rabbia sociale trovava sbocco in leader carismatici, lontani dai partiti tradizionali e spesso vicini alla protesta. Nel ricordo dei suoi sostenitori, resterà l’uomo che voleva “tarantizzare Milano” e che immaginava Taranto come la Svizzera del Sud, riporta Antenna Sud. Per altri, resterà l’emblema delle contraddizioni della politica italiana degli anni ’90: tra ribellione e potere, legalità e forzature. Una cosa è certa: Giancarlo Cito ha lasciato un’impronta indelebile, nel bene e nel male, nella storia di Taranto e del Mezzogiorno.

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