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Matteo Berrettini, la triste ipotesi dopo la sconfitta a Wimbledon

Un addio e un bivio: due strade, un destino

Fognini e Berrettini, due momenti di carriera distanti, ma una comune esigenza di scelte definitive. Per Fabio, Wimbledon 2025 potrebbe rappresentare l’ultimo capitolo di una carriera vissuta sempre al massimo. Per Matteo, invece, questa sconfitta potrebbe essere la fine di un ciclo e l’inizio di una riflessione dolorosa ma necessaria.

“Forse mi sono rotto anche nella testa”, ha detto Berrettini, sottolineando quanto il peso della pressione, degli infortuni e delle attese abbiano logorato anche l’aspetto emotivo. Non è un ritiro, non ancora, ma suona come un grido d’aiuto. E l’impressione è che la prossima mossa sarà decisiva per il suo futuro.

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Wimbledon, specchio dell’anima: tra orgoglio e resa

Wimbledon 2025 ha offerto agli appassionati italiani due immagini che resteranno impresse. Quella di un Fognini sorridente e applaudito da un pubblico che ha riconosciuto il valore del suo tennis, e quella di un Berrettini abbattuto, incapace di nascondere la frustrazione per un percorso sempre più in salita.

Due modi diversi di lasciare il campo, due stati d’animo agli antipodi, ma entrambe fotografie sincere di ciò che è oggi il tennis italiano maschile. L’uno pronto ad appendere la racchetta al chiodo con dignità, l’altro chiamato a ritrovarsi o fermarsi per davvero. In ogni caso, il verdetto è rimandato. Ma il primo turno di Wimbledon ha già detto molto.

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