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Uccide la famiglia, poi si toglie la vita: spunta una lettera che spiega i motivi

uccide famiglia e si suicida

Uccide famiglia e si suicida. Ha ucciso l’intera famiglia e poi si è tolto la vita. Martino Benzi, ingegnere di Alessandria, ha pugnalato la moglie Monica Berta di 55 anni, il figlio 17enne Matteo e la suocera Carla Schiffo di 78 anni. Prima di togliersi la vita ha lasciato un biglietto con il motivo dell’insano gesto. (Continua…)

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Uccide la famiglia e si suicida

La storia di Martino Benzi ha lasciato a bocca aperta l’Italia intera. L’ingegnere ha ucciso la moglie, il figlio e la suocera, poi si è tolto la vita. Prima di suicidarsi, però, Martino ha lasciato un bigliettino. Sopra c’era scritto il motivo che l’ha spinto a commettere questo insano gesto. Martino era disperato e probabilmente la sua famiglia non se n’è mai accorta. In ogni caso, non esiste motivo alcuno per sterminare un’intera famiglia. Queste vite, comprese la sua, nessuno potrà riportarle indietro. (Continua…)

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Il motivo del gesto

Prima di togliersi la vita, Martino ha lasciato un bigliettino in cui ha spiegato il motivo che l’ha spinto a commettere questo atroce delitto. “Sono disperato, non ho più speranze e la colpa è mia”, c’era scritto sul bigliettino. Martino era fortemente depresso a causa di un debito contratto con il fisco. L’ingegnere aveva una cartella esattoriale di circa 50mila euro. Non aveva parlato con nessuno di questo debito, eccetto con il fratello Luca, che, ascoltato dagli inquirenti, ha confessato: “Mi aveva detto di aver contratto un debito con l’Agenzia delle Entrate di 30mila euro per Iva non versata. Poi aveva aggiunto che l’aveva rateizzato, ne aveva già restituiti 20mila di euro, gli mancavano da pagare gli ultimi 10mila. Non so cosa gli sia scattato“. (Continua…)

Le parole del fratello

Agli inquirenti il fratello di Martino ha anche confessato che ad agosto gli aveva chiesto un prestito di 2mila euro: “Quando si è liberi professionisti come lo era lui, è sufficiente che due clienti ritardino il pagamento che ci si ritrova in difficoltà. Ma parliamo di una cifra modesta, solo 2mila euro. No, io non vedo alcun movente economico, nonostante quella cartella esattoriale”.

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