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Ilaria Capua sul Covid-19: ecco perché i vaccinati si infettano di più rispetto a prima

Orami da quasi due anni sembra di vivere all’interno di un incubo. Convivere con il Covid-19 sembra l’unica via possibile per vedere la luce in fondo al tunnel. Ogni giorno sembrano nascere come funghi delle nuove varianti che vanno a preoccupare i vari Governi. In quest’ultimo periodo si sta lottando contro la variante Omicron, molto più virulenta ma meno pericolosa della Delta. Su questo argomenti è intervenuta ai microfono del Corriere della Sera la virologa Ilaria Capua, la quale ha cercato di spiegare il perché i vaccinati si infettano di più ora rispetto a prima. (Continua a leggere dopo la foto)

Ilaria Capua torna a parlare del Covid-19 in Italia e della variante Omicron

Attraverso le pagine del Corriere della Sera, la virologa Ilaria Capua ha parlato della nuova variante Omicron. L’esperta ha dichiarato: «Siamo nell’incubo da oltre 700 giorni. E ora il virus cambia volto. Sarà una lunga sfida. Perché Omicron evade una parte della risposta immunitaria. La novità è che Omicron si avvia a diventare un nuovo sierotipo di Sars- CoV-2. Che cosa significa questo? Significa che è sufficientemente distante dal ceppo originale Wuhan e dai suoi immediati discendenti che evade una parte della risposta immunitaria». Poi ha aggiunto: «Semplificando, è come se in questi due anni il “cugino Omicron” si fosse fatto crescere capelli, barba, baffi e avesse indosso sempre gli occhiali da sole in modo tale che la camera del telefonino e gli algoritmi di riconoscimento facciale non lo riconoscessero più come alpha, gamma o delta. Infatti non lo è: è Omicron. Un virus con il turbo che grazie alla sua contagiosità ci darà filo da torcere». Infine, ha spiegato il perché i vaccinati si infettano di più rispetto a prima. (Continua dopo la foto)

Ecco perché i vaccinati si infettano di più rispetto a prima

Sempre attraverso il Corriere della Sera, Ilaria Capua ha aggiunto: «Perché questo è un virus diverso, cambiato sia dentro che fuori, e che per forza di cose impareremo a conoscere. In due anni però siamo cambiati anche noi sia dentro che fuori. Siamo stanchi, stufi ed esausti dal rincorrere qualcosa che appare inafferrabile. In questo mare di incertezze legate non solo all’evento pandemico, ma anche e soprattutto alle molte, moltissime variabili legate agli aspetti di gestione dell’emergenza, abbiamo una certezza. Che come abbiamo fatto con altri virus quali il morbillo, oppure l’HIV, con questo Sars-CoV2 e i suoi innumerevoli discendenti dovremo convivere a lungo e applicare al meglio le nostre conoscenze e le precauzioni del caso. Quest’ultimo, ovviamente, in continua evoluzione». 

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