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Morto Paolo Casiraghi, il dottore aveva 43 anni: le parole dei colleghi

L’intera comunità dell’Asst Lariana si stringe ai familiari per la perdita di Paolo Casiraghi, un eccellente neurochirurgo. L’uomo si è spento all’età di 43 anni.  Tra le tante esperienze, è stato medico di gara durante il Giro d’Italia; ha seguito anche gare di pattinaggio, rugby, e il campionato di serie C1 di basket. Dunque, nel suo settore era un uomo molto conosciuto e apprezzato. Dopo aver appreso la triste notizia, i suoi colleghi lo hanno ricordato con delle bellissime parole d’affetto. (Continua a leggere dopo la foto)

Morto Paolo Casiraghi, il dottore aveva 43 anni: il ricordo dei colleghi

Paolo Casiraghi era laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e specializzato in Neurochirurgia. Dopo vari periodi di formazione in vari ospedali d’Italia, nel gennaio 2009 aveva iniziato a lavorare presso l’ospedale Sant’Anna nel reparto di Neurochirurgia. L’uomo è morto a 43 dopo aver lottato per mesi contro una malattia incurabile. Come riportato da Notizie.it, il primario Silvio Bellocchi e la coordinatrice infermieristica della Neurochirurgia Alessia Molteni hanno ricordato il loro collega attraverso un lungo messaggio: «Paolo, oltre che un amico, è stato un eccellente neurochirurgo, preparato, disponibile con i colleghi e i pazienti, un vero signore dall’animo gentile ed altruista, che lascia un vuoto difficilmente colmabile. Da parte nostra abbiamo avuto il privilegio di averlo al nostro fianco in questi anni e con lui abbiamo condiviso anche questi ultimi dolorosi mesi. Ringraziamo tutti coloro che in vari modi si sono presi cura di lui e gli sono stati vicini».

Un addio straziante

Una comunità scossa e ancora incredula ha dato l’addio a Paolo Casiraghi, improvvisamente scomparso martedì 3 novembre 2021. Le sue esegue sono state celebrate da Don Andrea Ferrarotti presso la chiesa di Santa Maria del Cerro a Cassano Magnago. Don Renato Bettinelli ha commentato così la prematura scomparsa del dottore: «Questa estate ho rivisto Paolo dopo 20 anni e mi sembrava che il tempo non fosse passato. Mi sembrava quel ragazzo che frequentava l’oratorio, che era buono ed era amato da tutti […] Dobbiamo stare con Paolo e pensare che, ogni volta che ci ritroviamo come cristiani, abbiamo la vita eterna. Gli dobbiamo questo: lui è vivo in mezzo a noi, celebra con noi e lui celebra con noi».

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