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Torna l’incubo della zona rossa, a Villamassargia negozi chiusi e coprifuoco

Dopo mesi in cui l’incubo della zona rossa sembrava aver abbandonato per sempre i pensieri degli italiani, un paese della Sardegna in queste ore è finito in lockdown: stiamo parlando di Villamassargia. La decisione è stata presa a causa di un esponenziale aumento dei casi di positività al Covid. La sindaca Debora Porrà ha firmato l’ordinanza subito dopo aver appreso la conferma di un nuovo focolaio con un numero di contagiati pari a 34 rispetto a quelli riscontrati nell’intero territorio del Sulcis Iglesiente che conta complessivamente 94 casi. (Continua a leggere dopo la foto)

Sardegna, il paese di Villamassargia in lockdown: negozi chiusi e coprifuoco

Il primo paese italiana a tornare in zona rossa si trova in Sardegna. Villamassargia è di nuovo in lockdown dopo mesi di libertà. A firmare l’ordinanza è stata la sindaca Debora Porrà. Una scelta necessaria visti i nuovi casi di positività al Covid riscontrati nella comunità di poco meno di 3.500 abitanti. Scatta dunque il lockdown per “l’espansione di focolai con un numero di contagiati pari a 34 rispetto a quelli riscontrati nell’intero territorio del Sulcis Iglesiente pari complessivamente a 94”, così si legge sulla nota ufficiale come riportato da Caffeina. Previste dunque le limitazioni di “tutti gli spostamenti non strettamente necessari per lavoro, lo studio o salute e tutte le occasioni di assembramenti, così come previste nelle cosiddette zone rosse, per un periodo non inferiore a ulteriori 10 giorni”. 

La prima zona rossa d’Italia dopo mesi

Stando a quanto dichiarato dalla prima cittadina, a Villamassargia resteranno chiusi gli esercizi commerciali, ma con eccezione fatta per le attività preposte alla vendita di generi alimentari e di prima necessità (farmacie, parafarmacie, edicole e tabacchini). Imposto il divieto per ogni tipo di manifestazione civile e religiosa. Torna anche il coprifuoco dalle 22 alle 5. Torna l’obbligo della mascherina e delle autocertificazioni per gli spostamenti. Infine, la didattica rimarrà in presenza ma solo entro i limiti previsti dalla normativa.

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