
Personaggi tv. ”Vi racconto tutto”. Ambra Angiolini, la confessione spiazza: è successo ai tempi di “Non è la Rai” – Non era ancora maggiorenne e già parlava al Paese. Con quella voce roca e lo sguardo che sembrava sfidare il mondo, Ambra Angiolini è diventata un volto familiare per milioni di italiani. Un’icona pop degli anni ’90. Dai pomeriggi di Non è la Rai alla carriera da attrice drammatica, passando per la musica e il teatro, il suo percorso è stato tutto fuorché lineare. Troppo famosa troppo presto, troppo esposta quando ancora cercava di capire chi fosse davvero.
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Ambra Angiolini, la confessione spiazza: risale ai tempi di “Non è la Rai”
Eppure, a distanza di trent’anni da quei pomeriggi in diretta con il microfono rosa, Ambra Angiolini è ancora qui. Più consapevole, più libera, più vera. Oggi, a 48 anni, ha trovato le parole per raccontare quello che allora era solo un dolore confuso, un buco nero che cresceva mentre fuori le telecamere la inquadravano come un fenomeno da copertina.

Dietro il sorriso: la battaglia di Ambra Angiolini con la bulimia
L’occasione per farlo è arrivata con il suo libro, InFame, pubblicato nel 2020, in cui ha raccontato per la prima volta in modo esplicito la sua lotta contro la bulimia. Una storia personale, che oggi diventerà un film. E al Giffoni Film Festival, intervistata da Repubblica, Ambra ha spiegato il senso di quella ferita: «È una storia personale, una ferita che mi ha insegnato tanto. Quando l’ho scritto ho capito quanto fosse tragicomico, e a tratti pericoloso, ciò che avevo vissuto». Il momento più duro, rivela, fu proprio durante l’ultima puntata di Non è la Rai: «Ero nel pieno della malattia. Ero una ragazzina. E quella malattia ti frega, se non capisci da dove arriva».

Ha scoperto di soffrirne per caso
Ambra Angiolini parla della bulimia come di una forza sotterranea, viscerale, difficile da nominare. Scoprì di soffrirne per caso, in una libreria d’aeroporto. Stava bene, diceva a se stessa. Funzionava, aveva successo. Poi, tra gli scaffali, le capitò tra le mani Tutto il pane del mondo di Fabiola De Clercq. «Lo apro. Leggo: “Vomito tutto quello che mangio”. Mi spavento. Lo chiudo. Lo compro. Lì ho capito. Ho dato un nome a quel male». Con il tempo, l’attrice ha imparato a guardare in faccia quella parte di sé senza vergogna. Anche quando, anni dopo, i media la prendevano di mira per il suo corpo che cambiava. «Su Instagram ho pubblicato molti articoli in cui il mio corpo veniva deriso. Anche in Rai, vent’anni fa, andò in onda un servizio dove mi chiamavano “generazione XXL”. Ho scelto di non sottrarmi. Non l’ho mai vissuta da vittima».
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