Parla la psicoterapeuta: “Quanto è grave”
Alla domanda sulla gravità della condizione di Vittorio Sgarbi, la psicoterapeuta Emilia Sannini ha risposto che si tratta di una «patologia complessa» per via del «rischio di difficoltà nella risposta alle cure». La depressione, ha spiegato ancora la psicologa, non riguarda solo la mente, ma anche il corpo. La perdita di appetito e il disinteresse per il cibo possono portare a grave perdita di peso e vari rischi per la salute. In questi casi, è necessario intervenire con forme esterne di alimentazione per evitare danni fisici oltre che con una cura integrata che comprenda sia il supporto psicologico che quello nutrizionale è essenziale per il recupero. In alcuni casi più gravi infatti: «Il paziente si alimenta attraverso una nutrizione parenterale, cioè con somministrazione di nutrienti direttamente per via venosa in forma liquida.».
La terapeuta ha continuato spiegando che «il paziente è ricoverato in struttura o reparto specialistico quando la patologia presente, in questo caso la depressione e il suo livello di gravità richiedono una presa in carico totale. Ossia una gestione clinica accurata complessa su più livelli». Riguardo alla gravità della situazione di Vittorio Sgarbi, la dottoressa ha parlato esaustivamente, ma con cautela dal momento che ogni esperienza di malattia è a sé. «Il concetto di gravità in psichiatria è un concetto complesso grave. Un paziente che non risponde adeguatamente alle cure. Grave è un paziente per cui in virtù della patologia la sua vita sociale, relazionale e professionale è inficiata in parte o in tutto. Un paziente è grave quando la sua prognosi appare inficiata in virtù della sua scarsa collaborazione al trattamento farmacologico e psicologico proposto.».