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Sanremo cambia volto? Il Festival verso una rivoluzione senza precedenti

Carlo Conti, la sfida più delicata: “I brani li scelgo io”

Nel frattempo, Carlo Conti ha iniziato il lavoro più delicato: la costruzione della prossima edizione. Il conduttore ha confermato al Festival della TV di Dogliani che la macchina organizzativa è già partita: “Alla fine saranno 500 brani. I Big li scelgo solo io. È giusto così, la responsabilità è mia”. Parole nette, che sottolineano quanto Conti intenda difendere l’autonomia artistica del direttore, proprio in un’edizione che potrebbe essere quella del grande passaggio di testimone tra passato e futuro.

Il cast dei Big sarà svelato a dicembre, ma già da settimane si parla di un possibile ritorno sul palco dell’Ariston del trio comico Panariello-Conti-Pieraccioni. È stato lo stesso Giorgio Panariello a confermare che qualcosa bolle in pentola: “Se dobbiamo andare a Sanremo solo per fare gli amichetti di Carlo, no. Ma se ci viene in mente qualcosa di molto divertente, ci saremo”.

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Un nuovo Sanremo: evoluzione o addio?

L’idea di cambiare nome, format o location rappresenta un terremoto nella storia della televisione italiana. Ma in un panorama in costante mutamento, anche Sanremo sembra dover affrontare il proprio tempo. “Sanremo resterà Sanremo”, ha detto Mazzi, ma forse non sarà più solo quello che conosciamo. L’obiettivo è guardare oltre, mantenendo lo spirito della manifestazione ma aprendola a un’estetica moderna, a una fruizione internazionale e a un linguaggio più contemporaneo.

Il rischio? Perdere l’anima. La sfida? Trovare il giusto equilibrio tra la memoria collettiva e il desiderio di cambiamento. Quello che è certo è che Sanremo 2026 potrebbe essere ricordato come l’inizio di una nuova era. E il countdown è già iniziato.

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