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Addio a Materazzi, è stato un’icona per l’Italia intera

È morto a 83 anni il famoso ingegnere Nicola Materazzi. L’uomo fu uno dei maggiori esperti italiani ed europei di turbocompressori e progettò auto diventate poi delle icone, sia per la Ferrari che per la Bugatti. I funerali del noto ingegnere si sono tenuti nella mattinata di oggi, giovedì 25 agosto, nella Chiesa Madre di Caselle in Pittari, piccola cittadina nel Salernitano, suo luogo di provenienza.

Nicola Materazzi, chi era il famoso ingegnere

Nacque nel 1939 a Caselle in Pittari. Fin da piccolo era appassionato di automobili e a 22 anni costruì il suo primo kart. Studiò Ingegneria Meccanica, all’Università Federico II di Napoli, dove si laureò. Nel giugno di quello stesso anno viene assunto alla Lancia e si trasferisce a Torino, dove lavora alla progettazione della Stratos per i rally, poi come responsabile dell’Ufficio Calcoli e poi al Reparto Corse.

Nel 1978 venne chiamato in Abarth per progettare la vettura di Formula 1 dedicata ai giovani piloti. Lavorò nello stesso anno sia alle auto di Formula 2 che per quelle di Formula 1. Il 1979 è l’anno più importante della sua carriera. Enzo Ferrari lo chiamò a lavorare nella scuderia di Maranello, dove Materazzi assume il ruolo di responsabile dell’Ufficio Tecnico per telai e motori. Negli anni in Ferrari progettò dei veri capolavori: uno di questi è la Ferrari 288 GTO. È nel 1987, però, che l’ingegnere progetta la sua auto più famosa e una delle più iconiche della scuderia: la Ferrari F40, che celebra proprio i 40 anni di attività dell’azienda.

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Il suo capolavoro: la B Engineering Edonis

Dopo aver lasciato la Ferrari e lavorato alla Cagiva, nel 1991 Nicola Materazzi fu chiamato da Romano Artioli alla Bugatti per diventarne il direttore tecnico. “Materazzi veniva dal mondo delle corse e pensava ad una macchina molto veloce, leggera, sportiva ed aggressiva – ricorda Sighinolfi, che lavorò con lui nei progetti Bugatti EB110 e B. Engineering Edonis -. Invece nell’ambiente Bugatti alcuni avrebbero preferito un’auto più elegante e confortevole. Ma la sua volontà ebbe la meglio e si espresse pienamente in seguito, nel progetto Edonis”. Infatti nel 1995 la Bugatti dichiarò fallimento. Parte della fabbrica di Campogalliano fu acquistata da Jean Borel, il quale fondò la B. Engineering e avviò una nuova avventura, partendo dalla EB110. “Essendo l’unico responsabile tecnico, Materazzi tirò fuori in pochi giorni una cosa stupenda”. La Edonis centrò l’obiettivo dei 360 km/h e per Materazzi fu una soddisfazione incredibile. “In quel momento mi resi conto della sensibilità dell’uomo: si allontanò dalla pista, lontano dalle telecamere e dalle altre persone e si mise a piangere di gioia”, ha raccontato l’amico.

 

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