Il successore di Papa Francesco oltre i confini europei?
Guardando oltre i confini europei, il Sud America presenta una candidatura autorevole con il cardinale Sergio da Rocha del Brasile. Membro del C9, è vicino al Papa e gode di stima tra i vescovi dell’America Latina. Tuttavia, l’assenza di un “candidato unitario” tra i progressisti del continente potrebbe indebolire la sua posizione. Dall’Asia, il cardinale Luis Antonio Tagle, ex arcivescovo di Manila e ora a Roma, emerge come una figura molto apprezzata. Considerato un “ponte” tra i continenti, Tagle è carismatico e comunicativo, con una visione globale della Chiesa. Nonostante ciò, la sua integrazione nella Curia romana potrebbe essere vista come un ostacolo per chi desidera un cambiamento più radicale rispetto all’establishment. L’Africa si presenta con due candidati significativi ma opposti. Da un lato, il conservatore Robert Sarah della Guinea, noto per la sua rigida adesione alla dottrina, e dall’altro Fridolin Ambongo Besungu del Congo, che ha espresso critiche su alcuni documenti recenti di Roma, come “Fiducia supplicans” sulle benedizioni alle coppie omosessuali. (Continua dopo le foto)

Il ruolo dell’Europa
Nonostante l’Europa resti il cuore amministrativo della Chiesa, è sempre più divisa. Tra i candidati di prestigio si annoverano Jean-Marc Aveline (Francia), Mario Grech (Malta), Josè Tolentino de Mendonça (Portogallo) e Pierbattista Pizzaballa (Italia), patriarca latino di Gerusalemme. Tuttavia, il consenso rimane frammentato. In questo intricato mosaico, il futuro del pontificato sarà determinato non tanto dalle personalità quanto dalla visione di Chiesa che il collegio cardinalizio vorrà perseguire: una Chiesa aperta al mondo, sinodale e in dialogo, o una Chiesa più identitaria e centralizzata? Come sempre, il vero Papa potrebbe essere colui che nessuno si aspetta. “Chi entra Papa in conclave, ne esce cardinale” recita la tradizione romana, ricordando l’imprevedibilità di queste elezioni.