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Cattive notizie per gli italiani, alcuni prodotti potrebbero non essere più reperibili: cosa sta succedendo

La situazione in Ucraina si fa sempre più delicata. In queste ore si sta svolgendo un nuovo round di colloqui tra Russia e Ucraina: Arestovich, consigliere di Zelensky, ha detto che un accordo potrebbe arrivare «non più tardi di maggio». Il Cremlino ha specificato: «Il lavoro prosegue, già questo è positivo». Nel frattempo questo conflitto nel cuore dell’Europa sta avendo delle ripercussioni a livello economico nel resto del mondo. Con il rischio default sempre più concreto a causa dell’aggravarsi della situazione internazionale, la Russia ha bloccato l’export verso l’estero di alcuni prodotti che noi utilizziamo tutti i giorni. Vediamo quali alimenti potrebbero venire meno all’interno dei supermercati. (Continua a leggere dopo la foto)

Cattive notizie per gli italiani, alcuni prodotti potrebbero non essere più reperibili: cosa sta succedendo

Pee cercare di fermare l’impresa folle di Putin, in queste ultime settimane sia l’Unione Europea che gli stessi Stati Uniti d’America hanno emanato delle sanzioni nei confronti della stessa Russia, a cui hanno appunto fatto seguito quelle di Mosca. Secondo quanto si apprende il Cremlino ha deciso di effettuare uno stop all’export di alcuni prodotti. Tutto questo servirebbe a salvaguardare l’economia interna. Le sanzioni che hanno colpito la Russia, stanno portando il Paese verso il default, cosa che Mosca vuole evitare. Dunque, nei prossimi giorni, alcuni prodotti provenienti in modo particolare dalla Russia potrebbero mancare all’interno dei nostri supermercati. Per ora ha vietato l’export di zucchero bianco e grezzo fino al 31 agosto 2022, mentre sarà vietato anche l’export di grano, segale, orzo e mais fino al 30 giugno 2022. Tutto questo potrebbe portare ad un aumento assurdo dei prezzi. (Continua dopo la foto)

I prezzi aumenteranno alle stelle

L’Italia, secondo un’analisi Coldiretti ripresa da First online, importa il 64% del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44% di grano duro necessario per la pasta, senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop. Il prezzo del mais è cresciuto del 21% da metà febbraio, perché l’Ucraina è il secondo esportatore mondiale e la Russia fra i maggiori produttori e insieme rappresentano nel complesso un quinto del commercio mondiale.

Il grano tenero sale di 30 euro a tonnellata rispetto ad una settimana fa (+9,4%), oscillando tra 342 e 351 euro a tonnellata, con punte di 395 per il prodotto a più alto valore proteico. Il mais, invece, segna +11%, passando da 297 a 330 euro a tonnellata. Il grano duro resta ancora invariato, mentre soia (+3,5%) e sorgo (+7%) confermano il trend al rialzo dei mercati internazionali. Dall’inizio dell’invasione ucraina, la quotazione nel nostro Paese di grano tenero nelle contrattazioni è salita del 12%, quella del mais del 14,5%.

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